È l’obiettivo dell’accordo siglato tra REACH&Colours Italia Srl di Milano e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Le ricadute: riduzione significativa dei costi della ricerca per le aziende
•• Non esistono software in grado di modellare sostanze complesse e ioniche come i coloranti organici. O almeno, non ancora! Grazie ai dati sperimentali estratti dal database della REACH&Colours Italia Srl, infatti, i ricercatori del Milano Chemometrics and QSAR Research Group dell’Università di Milano-Bicocca – costituito nel 1991 dal prof. Todeschini e composto da Viviana Consonni, Davide Ballabio e Andrea Mauri – si stanno preparando a sviluppare un nuovo software QSAR dedicato alla valutazione delle proprietà dei coloranti, in grado di individuare le sostanze potenzialmente pericolose per la salute e per l’ambiente. Grazie ad una serie di algoritmi, il software, unico quindi nel suo genere, sarà in grado di modellare le relazioni quantitative tra la struttura molecolare dei coloranti organici e le proprietà degli stessi (QSAR). Predire la tossicità dei coloranti, si traduce in una riduzione notevole dei costi della ricerca per le aziende.
“L’idea – spiega il prof. Todeschini, docente di Chemiometria, – è di sviluppare una tecnica innovativa che permetta di ottenere risultati affidabili per i coloranti organici, basandosi su similarità strutturali valutate attraverso nuove descrizioni della struttura molecolare e modelli di classificazione”.
REACH&Colours Italia, in stretta collaborazione con la società di consulenza REACH Mastery Srl di Como, è oggi il manager tecnico ed amministrativo dei tre Consorzi Europei REACH Coloranti, i cui membri sono le principali multinazionali del settore, proprietarie di numerosi studi tossicologici ed eco-tossicologici su tali sostanze.
“Grazie agli studi esistenti – dice Michela Kahlberg, Amministratore unico di REACH&Colours Italia – e a quelli nuovi che i membri dei tre consorzi stanno svolgendo per le registrazioni REACH di oltre 600 coloranti da ultimare entro maggio 2018, per la prima volta nella storia, è stato possibile costruire un database di informazioni completo e strutturato, in continua evoluzione e implementazione. Il database è il punto di partenza per lo sviluppo del software che, mediante metodologie statistiche e chemiometriche, ha l’obiettivo di stimare gli effetti sull’uomo e sull’ambiente di sostanze simili a quelle già analizzate e presenti nel database”.