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Piante che «parlano» per aiutarci a capire i cambiamenti climatici nell’ambiente

Progetto PLEASED

Scienziati in Spagna, Italia e Regno Unito hanno sviluppato un sistema per monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento ambientale creando uno speciale tipo di pianta con inseriti dei sensori

È stato avviato a Firenze il progetto europeo di ricerca che interpreta l’attività elettrica delle specie vegetali, con un approccio del tutto nuovo. Punto di partenza l’analisi digitale del comportamento di alcune «cyber-piante» in specifiche circostanze.

Le piante hanno incredibili capacità sensitive, percepiscono l’inquinamento e quando sono soggette a stimoli idonei possono generare segnali elettrici. Questo il punto dal quale sono partiti alcuni studiosi e ricercatori, per dare vita al progetto «PLEASED» (PLants Employed ASEnsing Devices), che si pone come fine quello di utilizzare le piante come dispositivi di rilevamento dell’ambiente.

Il team di studiosi è guidato dal dott. Andrea Vitaletti, coordinatore del progetto e responsabile della tecnologia presso WLAB – una PMI italiana che ha fatto propria la cultura dell’innovazione e dell’eccellenza tecnica nel settore delle tecnologie wireless e dell’informatica mobile/pervasiva. “Le piante saranno le sentinelle dell’ambiente. Per arrivare a questo risultato stiamo cercando di classificare i segnali elettrici generati dalle piante in risposta agli stimoli esterni, come ad esempio gli agenti inquinanti“, ha spiegato il dott. Vitaletti. PLEASED è un progetto da 1,45 milioni di euro, 1,07 milioni dei quali sono stati stanziati dal Settimo programma quadro di ricerca (7° PQ) dell’UE, nell’ambito dell’iniziativa Tecnologie future ed emergenti (FET). Il progetto è stato avviato a gennaio 2012 e si concluderà a maggio 2015.

Progetto PLEASEDUtilizzando lo stesso tipo di tecnologia che misura i movimenti del cervello e dei muscoli negli esseri umani, il dott. Vitaletti e il suo team sperano di riuscire a capire meglio cosa succede nell’ambiente e nella vita delle piante, utilizzando una miscela di tessuto organico e sensori digitali che dà vita a vere e proprie «cyber-piante». Una volta inseriti nella pianta, i micro sensori sviluppati dal team di PLEASED raccolgono i segnali generati dalla pianta, li analizzano e li associano a quelli di altre piante nelle vicinanze, per produrre infine un’analisi chiara dell’ambiente. In altre parole, la «cyber-pianta» sarà in grado di dire come si sente e perché si sente in quel modo.

Il dott. Vitaletti e il suo team hanno creato i loro prototipi utilizzando componenti di basso costo e già disponibili sul mercato, sperando di offrire così a tutti – dai dilettanti agli agricoltori – la possibilità di costruire i propri sensori. “L’architettura di PLEASED è completamente aperta. L’obiettivo principale è creare una comunità di persone interessate allo sviluppo di questa tecnologia“, ha dichiarato il ricercatore. “Speriamo davvero che la comunità di PLEASED cresca e ci aiuti a ottenere risultati migliori e più ampi. Stiamo sviluppando il kit di PLEASED, ovvero un sistema aperto che permette agli utenti di condurre gli esperimenti e migliorarne la progettazione“.

Il vice-Presidente della Commisione Europea, Neelie Kroes, responsabile per l’Agenda digitale, ha sottolinea l’impegno dei fondi europei nel sostegno al lavoro di questi biologi ed ingegneri informatici. Un aiuto per lo sviluppo di piccolo e medie imprese innovative nei migliori centri di ricerca in Europa. La ricerca nelle nuove generazioni di tecnologie è la chiave per la competitività europea. Ragione per la quale sono stati investiti 2,7 miliardi di euro nell’iniziativa Tecnologie future ed emergenti (FET), nell’ambito del programma di ricerca Horizon 2020.

Roberto Mostarda