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Strategica Italia… nello sviluppo di materie prime strategiche

Terre rare

Vince l’Italia con il Consorzio RawMatTERS, con ENEA e MiSe tra i partner, il bando dell’EIT che aggiudica fondi per 2 miliardi di euro in 7 anni per creare 10mila posti di lavoro e 50 start up. Altro riconoscimento: il nostro Paese scelto come polo di riferimento del progetto per il Sud Europa

Vince e rivince l’Italia nell’ambito del bando promosso dall’Istituto Europeo per la Tecnologia e l’Innovazione (EIT) che prevede la creazione di una «Comunità della conoscenza e dell’innovazione» (KIC, Knowledge and Innovation Community) per migliorare l’estrazione, il riciclo, il riuso e la sostituzione delle materie prime «critiche» quali, ad esempio, terre rare, indio, germanio, magnesio.

La vittoria all’Italia sul fronte della creazione di nuove imprese e occupazione avviene grazie al consorzio internazionale – al quale partecipano ENEA con alcune università e industrie nazionali – RawMatTERS, che si è aggiudicato il bando per un progetto europeo da 2 miliardi di euro per creare 50 start up e 10mila posti di lavoro nel settore delle materie prime «strategiche».  A questa vittoria si affianca la scelta della «collocazione» del polo di riferimento del progetto per il Sud Europa, caduta appunto sull’Italia, ed in particolare sul Centro Ricerche Casaccia dell’ENEA a Roma.

Ricordiamo che il consorzio RawMatTERS è composto da 20 paesi e oltre 100 partner. Per l’Italia, oltre alla capofila ENEA, sono coinvolti Trento Rise, ASTER, Marangoni, le Università di Padova e di Milano Bicocca e, come partner associati, Pirelli Tyre, Politecnico di Milano; Zanardi Fonderie, più 16 partner a progetto, principalmente PMI di Italia, Spagna e Malta, più 15 partner di supporto fra i quali Unioncamere, Regioni Lazio e Lombardia e il Ministero dello Sviluppo economico.

Le attività partiranno da gennaio 2016 per una durata di sette anni, fino al 2022.

’È una vittoria per il sistema Paese e dell’ENEA che è riuscita a mettere insieme tutti i principali attori italiani intorno a un progetto strategico per la ricerca e l’innovazione applicate all’industria manifatturiera’’ ha dichiarato il Commissario dell’ENEA Federico Testa. “Ci sono voluti due anni di lavoro, per i quali ringrazio i nostri funzionari e i ricercatori, per arrivare a questo risultato che consolida l’eccellenza ENEA nel binomio ricerca-industria’’.

“Nello specifico, la KIC non finanzierà attività di ricerca in senso stretto, bensì la valorizzazione delle ricerche pregresse, in forma di nuove concrete iniziative di business compreso lo sviluppo delle nuove professionalità ad esse necessarie” ha tenuto a sottolineare Marco Vittori, responsabile dell’Unità Tecnologia dei Materiali dell’ENEA che ha curato il progetto insieme all’Ufficio di Bruxelles dell’Agenzia.

Un settore strategico… in difficoltà

Le materie prime strategiche sono essenziali per produrre beni diffusi quali telefoni cellulari, cavi di fibre ottiche, celle fotovoltaiche.  Le terre rare, ad esempio, servono per realizzare le turbine eoliche, il germanio per i rivelatori all’infrarosso, il magnesio per le leghe leggere in alluminio. Il settore sta però attraversando una fase di grande vulnerabilità legata allo squilibrio tra una domanda in forte crescita ed un approvvigionamento sempre più problematico a causa della concentrazione dell’offerta in pochissimi paesi: Cina – che tra l’altro ha già dichiarato che dal 2015 non effettuerà più esportazioni in… materia – Russia, Repubblica democratica del Congo e Brasile. Non aiuta il basso grado di sostituibilità di queste materie e i tassi ridotti di riciclaggio.

Già nel 2010 la Commissione europea aveva segnalato l’esigenza di interventi e individuato 14 materie prime «strategiche»: antimonio, berillio, cobalto, spatofluoro, gallio, germanio, grafite, indio, magnesio, niobio, platinoidi, terre rare, tantalio e tungsteno.  E nel maggio scorso la lista è stata portata a 20.

L’impegno dell’ENEA

Ma quale ruolo riveste e rivestirà l’ENEA nel grande capitolo della scienza e tecnologia dei materiali e su cosa dovrà lavorare? L’Ente è impegnato principalmente nella ricerca applicata alla realizzazione di nuovi materiali e di nuovi componenti. In merito alla KIC «materie prime critiche», le attività dell’Ente si baseranno su competenze sviluppate grazie a finanziamenti regionali, nazionali ed europei, ad esempio nel recupero di metalli preziosi da prodotti ad alto valore aggiunto (display, lampade, schede elettroniche), la sostituzione delle materie prime critiche incorporate nei prodotti elettronici e del settore illuminotecnico, il recupero di terre rare dai magneti permanenti utilizzati in hard disk ed altri prodotti elettronici, la progettazione e realizzazione di nuovi prodotti che riducono o annullano l’utilizzo di materie prime critiche (OLED, celle solari).

Roberta Di Giuli
[22 Dic 2014]