Home Ambiente Emergenze amb...

Emergenze ambientali: la scelta di collaborare

L’unione rappresenta una scelta irrinunciabile se gli obiettivi da perseguire sono urgenti e non rispettano i confini geografici. I Presidenti delle COP di Donwahi, Shoukry e Runqiu, con un approccio coordinato si impegnano ad affrontare i problemi del cambiamento climatico, della desertificazione e della perdita della biodiversità

 

Fanno un appello congiunto – mai prima nella storia – per chiedere un approccio coordinato sia a livello internazionale che nazionale per affrontare le problematiche ambientali a 360°. Così a tre settimane dall’apertura della COP28, che si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre negli Emirati Arabi, a Dubai, i Presidenti Alain-Richard Donwahi, ex Ministro delle Acque e delle Foreste della Repubblica della Costa d’Avorio e Presidente della COP15 della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla desertificazione (UNCCD), Sameh Shoukry, Ministro degli Affari Esteri dell’Egitto e Presidente della COP27 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e Huang Runqiu, Ministro dell’Ecologia e dell’Ambiente della Repubblica Popolare Cinese e Presidente della COP15 della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) fanno un passo importante in nome delle emergenze ambientali.

Hanno infatti sottolineato l’urgenza della situazione e gli inestricabili legami tra cambiamento climatico, desertificazione e perdita di biodiversità e chiesto una maggiore cooperazione tra le tre COP e i loro segretariati. L’appello prevede anche la richiesta di misure urgenti e concrete per proteggere la popolazione mondiale, l’ambiente, le terre e la biodiversità, al fine di garantire un futuro sostenibile alle nuove generazioni.

Un’emergenza sempre più complessa

Alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo tenutasi a Rio nel 1992, la comunità internazionale ha deciso di creare tre diverse convenzioni per combattere il cambiamento climatico, arrestare la desertificazione e prevenire la perdita di biodiversità. Tuttavia, con l’accelerazione di questi tre fenomeni, le relative interconnessioni si amplificano, creando un circolo vizioso. Per spezzare questo circolo vizioso, occorrono una visione olistica e un approccio coordinato.

Con questa dichiarazione comune, i tre Presidenti sperano di aprire un nuovo capitolo nella lotta contro i cambiamenti climatici, la desertificazione e la perdita di biodiversità, uno degli sforzi coordinati per affrontare l’urgenza.

[ Maria Carmela Galizia ] 

[ A proposito della COP15 sulla lotta alla desertificazione ]

La Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla desertificazione (UNCCD) riunisce i leader dei Paesi firmatari della Convenzione, il settore privato, le ONG e la società civile. L’obiettivo è combattere la desertificazione e mitigare gli effetti della siccità, promuovere una gestione sostenibile del territorio, riabilitare e ripristinare le terre e gli ecosistemi degradati, mobilitare risorse finanziarie, sviluppare tecnologie a sostegno dei Paesi colpiti e rafforzare la cooperazione internazionale e i partenariati per affrontare questi fenomeni. Come la COP sulla biodiversità, la COP sulla desertificazione si riunisce ogni due anni. Il suo ultimo incontro si è tenuto nel maggio 2022 ad Abidjan, in Costa d’Avorio. Dal precedente vertice fino al prossimo che si terrà a Riyadh nel dicembre 2024, la COP sulla desertificazione è stata presieduta dalla Repubblica della Costa d’Avorio, rappresentata da Alain-Richard Donwahi.