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L’investimento di 80 miliardi dell’Italia per combattere il cambiamento climatico

Investimenti fino a 80 miliardi nei settori dell’acqua, dell’agricoltura, delle energie rinnovabili, delle tecnologie legate all’idrogeno, dell’elettrificazione della mobilità, del risparmio energetico, della digitalizzazione

Il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha comunicato – durante un evento svoltosi di recente sul clima e benefici per la salute – che l’Italia ha pronti fino ad 80 miliardi di investimenti per contrastare i cambiamenti climatici. L’evento on line in cui è stato annunciato l’impegno del Governo italiano nell’ambito del Recovery Fund è stato intitolato «Climate Change Mitigation and Health Benefits» ed è stato organizzato in vista della 26a Conferenza delle parti del vertice mondiale sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite portato avanti dall’Italia con il Regno Unito ed inserito in programma a Glasgow a novembre.

Molti saranno i settori che beneficeranno di queste significative operazioni di investimento: acqua, agricoltura, energie rinnovabili, tecnologie legate all’idrogeno, elettrificazione della mobilità, risparmio energetico, digitalizzazione.

Il settore dell’acqua richiede che ci sia innovazione ed efficienza del sistema idrico nei contesti rurali ma anche urbani ed industriali proteggendo altresì gli ecosistemi acquatici. Ricerca ed innovazione, infatti, permette un migliore accesso e uno sfruttamento sostenibile delle materie prime inerenti all’agricoltura e dei fondi marini. Ne consegue che anche gli sprechi delle risorse disponibili possono essere in tal modo ridotti.

Per quanto riguarda le tecnologie connesse all’idrogeno, il Ministro Cingolani ha dichiarato che gli investimenti saranno notevoli anche se ciò avverrà in modo progressivo. Si investirà nell’elettrificazione della mobilità e nel risparmio energetico intervenendo sia nelle case sia negli edifici pubblici; inoltre, saranno impiegate nuove tecnologie per monitorare il territorio per la prevenzione e la cura delle aree protette e per digitalizzarle.

Gli obiettivi da raggiungere riguardanti le concentrazioni e le emissioni di gas ad effetto serra richiedono una società a basse emissioni di carbonio e soluzioni tecnologiche. Grande attenzione richiede anche la protezione degli ecosistemi e della biodiversità affinché la loro valorizzazione permetta di produrre maggiori risorse per il futuro.

Il Ministro Cingolani si mostra fiducioso sottolineando che nella sfida contro il cambiamento climatico non siamo soli e che la trasformazione è già in atto. L’argomento clima, per il Ministro della Transizione Ecologica, deve essere guardato non soltanto in una «dimensione verticale» ma anche in una «dimensione orizzontale» in quanto coinvolge tutte le componenti della società. Ed è la società tutta che dovrà lavorare per «prevenire» e «mitigare» il fenomeno climatico limitando i danni nel breve termine e mettendo in campo politiche di maggiore impatto. Introdurre sistemi eco-innovativi in materia economica, sociale, organizzativa e tecnologica associati alle corrette azioni della collettività permetterà di affrontare meglio le situazioni concrete che potranno nascere dal cambiamento climatico in atto tutelando risorse e competitività e rendendo l’economia più resiliente.

Gli obiettivi da raggiungere sono ormai chiari e riguardano la riduzione dei gas serra del 55%, il 72% di energia rinnovabile installata, la raccolta differenziata dei rifiuti oltre il 65% entro il 2030.

Con riguardo al rischio dell’aumento dei livelli dei mari, Roberto Cingolani ha dichiarato: “Abbiamo dato una spallata alla biodiversità che è senza precedente e questa cosa probabilmente è avvenuta negli ultimi 100 anni”. È stato ricordato che Regno Unito e Italia sono due Paesi con in comune una grande quantità di chilometri di coste; c’è un enorme rischio per le città di mare di rimanere parzialmente sommerse a causa dell’innalzamento del livello del mare causato dai cambiamenti climatici.

Il Ministro Cingolani, inoltre, si è dichiarato favorevole alla fusione nucleare ritenendola la soluzione più naturale in quanto alimenta l’universo, il meccanismo delle stelle, produce energia pulita senza scorie. Cingolani definisce la fusione nucleare la «rinnovabile delle rinnovabili» ed anche se dovrà trascorrere ancora del tempo per vederne la piena applicazione il Ministro ritiene che sia importante continuare a fare ricerca per raggiungere questo obiettivo.

[ Cristina Marcello ]