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INTESA TRA BIRRA CASTELLO E MINISTERO DELL’AMBIENTE PER LA RIDUZIONE DELLA CO2

Stabilimento Birra Castello SpA

Lo stabilimento di Birra Castello S.p.A. a San Giorgio di Nogaro

Siglato un accordo tra il Ministro Clini e il Presidente dell’Azienda Paolo Trussoni. Una partnership istituzionale per il miglioramento del risparmio energetico e delle prestazioni ambientali dell’importante realtà produttiva friulana

 

•• Un sorso di… ambiente con la birra green. Questo grazie all’accordo volontario stipulato tra Birra Castello S.p.A. di San Giorgio di Nogaro (Udine) e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, uniti per promuovere progetti comuni finalizzati all’analisi e alla riduzione dell’impronta di carbonio nel settore della produzione e della distribuzione della birra. A sottoscrivere l’accordo il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini e il Presidente di Birra Castello Paolo Trussoni.

Misurare per ridurre e azzerare

Nei 12 mesi di collaborazione prevista, l’Azienda e il Ministero dell’Ambiente faranno il possibile per garantire la massima «sostenibilità» in tutte le fasi della produzione e della distribuzione della birra. Innanzitutto sarà definita, secondo protocolli internazionalmente riconosciuti, una metodologia di calcolo della carbon footprint, cioè l’impronta di carbonio, relativa alla produzione e alla distribuzione di un prodotto simbolo della qualità di Birra Castello, e cioè la bottiglia Castello da 0,33 ml.

In una seconda fase si effettuerà l’analisi e la contabilizzazione delle emissioni di CO2 equivalenti prodotte nel corso del ciclo di vita di questo prodotto, con l’obiettivo di ridurle e successivamente neutralizzarle attraverso i meccanismi del protocollo di Kyoto. L’Azienda, inoltre, definirà un sistema di carbon management delle emissioni specifiche per il settore della produzione di birra (con la definizione di un sistema di gestione delle diverse categorie di impatto), finalizzato al miglioramento complessivo dell’impronta di carbonio, monitorando le criticità e individuando soluzioni che consentano una più efficace gestione nei metodi produttivi, distributivi e di consumo tradizionali.

 

Il Ministero dell’Ambiente fornirà a Birra Castello la propria collaborazione istituzionale, anche attraverso il riconoscimento dell’intero processo di calcolo dell’impronta ambientale e della metodologia applicata, sempre in vista nella sua replicabilità nel settore. “Attraverso l’intesa con Birra Castello – commenta il Ministro dell’Ambiente Corrado Cliniabbiamo avviato una collaborazione per promuovere iniziative mirate a valorizzare la sostenibilità nel settore della birra. Il Ministero – prosegue Clinifornirà a Birra Castello la propria collaborazione istituzionale, anche attraverso il riconoscimento dell’intero processo di calcolo dell’impronta ambientale e della metodologia applicata, sempre in vista nella sua replicabilità in tutto il comparto”.

 

Abbiamo in programma l’adozione di misure – spiega invece il Presidente Trussoni -, che comprenderanno anche l’adattamento del nostro sistema amministrativo e gestionale agli obiettivi di riduzione dell’impronta di carbonio attraverso la creazione di un sistema di gestione ambientale di carbon footprint, incentrato sulla minimizzazione delle emissioni”. “Ci siamo impegnati con il Ministero – continua Trussoniperché vogliamo rispondere sempre più alla crescente sensibilità dei consumatori verso il valore ambientale delle proprie scelte, e anche perché ci siamo resi conto di quanto il rispetto dell’ambiente sia un fattore sempre più importante di competitività”.

Qualità e rispetto per tradizione

I numeri dell’Azienda sono di quelli che hanno peso. Nata nel 1997, quando ha rilevato il complesso produttivo di un altro storico marchio friulano, ha registrato nel 2012 una produzione di oltre 1 milione di ettolitri di birra e un fatturato di 87 milioni di euro. L’Azienda, che vanta gli stabilimenti più moderni d’Italia, non ha mai dimenticato di perseguire una politica ambientale in linea con quanto definito nel Protocollo di Kyoto e nel pacchetto «Clima-Energia» dell’Unione Europea. Una scelta ecologica, ad esempio, è stata l’adozione del treno quale mezzo di  trasporto «ufficiale» dei suoi prodotti. Questo ha consentito un notevole contenimento delle emissioni di CO2 e del consumo di energia primaria. Per ogni treno, infatti, si calcola un risparmio di 21,8 tonnellate di anidride carbonica e di 355.350 megajoule di energia primaria, dal momento che ciascun convoglio corrisponde ai consumi di circa 25 autotreni.

 

Michela Diamante
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