È il piatto forte per alimentare un settore che vuole crescere con nuove regole e prospettive. Ha proposto un ricco confronto in merito l’Associazione «Amici della Terra» in occasione della sesta Conferenza Nazionale per l’Efficienza energetica tenutasi a Roma il 9 e 10 dicembre. Tra i temi trattati i certificati bianchi, per i quali si auspica una consultazione pubblica sulle nuove linee guida
Una situazione energetica italiana «senza veli», senza cioè il filtro della crisi che fa apparire virtuoso un processo in realtà solo amaro frutto della contrazione del mercato. Gli obiettivi di politica energetica raggiunti sono in sintesi soprattutto, semplicemente, la conseguenza della crisi. Gli Amici della Terra dunque, la Sesta Conferenza Nazionale per l’Efficienza Energetica, intitolata «La ricetta italiana», hanno voluto farla partire da qui, dall’onestà del dato, unico terreno fertile su cui può attecchire una efficace politica di «rigenerazione energetica».
Il bilancio degli Amici racconta di costose e inefficaci politiche energetico-climatiche italiane ed europee a cui sarà opportuno rispondere puntando sull’efficienza energetica, principale volano per la ripresa economica.
I dati mascherati
A Palazzo Rospigliosi l’apertura dei lavori della Sesta Conferenza Nazionale per l’Efficienza è stata affidata a Tommaso Franci, che ha subito evidenziato i dati 2013-2014 emersi nel Rapporto annuale degli Amici della Terra. Non c’è dubbio che l’Italia ha sostanzialmente raggiunto, con sei anni di anticipo, gli obiettivi delle politiche energetico-ambientali dell’Unione Europea contro i cambiamenti climatici, fa notare Franci. A dimostrarlo la diminuzione del 19% circa delle emissioni di gas serra registrata nel nostro Paese rispetto al 1990, in relazione ad un obiettivo generale per l’UE del 20% per il 2020; quindi, la maggiore penetrazione delle fonti rinnovabili nei consumi finali di energia in Italia che nel 2014 raggiunge circa il 17%, conseguendo l’obiettivo obbligatorio al 2020 fissato dall’UE al 17%, e portato al 20% dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN 2013); infine, la riduzione di circa il 31% (superiore a quella del 20% fissata come obiettivo 2020 dalla UE) rispetto ai consumi previsti dallo scenario riferimento indicato dalla UE del consumo di energia primaria (utilizzato come indicatore per l’efficienza energetica).
Ma come dicevamo, questi dati in un certo senso rappresentano un bluff. Franci lo spiega evidenziando anche le opportunità perdute: “Questi risultati avrebbero dovuto rappresentare un successo. In realtà essi derivano in gran parte dagli effetti della crisi economica che si è acuita in questi anni e che ha fatto emergere molte contraddizioni della strategia europea del cosiddetto 20-20-20. Il secondo semestre del 2014, con il recepimento della direttiva 2012/27/UE, l’approvazione del nuovo Piano di Azione per l’Efficienza Energetica (PAEE 2014) e con la definizione del quadro 2030 per le future politiche dell’energia e del clima dell’Unione Europea, poteva essere l’occasione per superare queste contraddizioni. Invece, queste scadenze sono state occasioni perse per reimpostate la strategia di promozione dell’efficienza energetica in modo integrato con le politiche necessarie a superare la fase di crisi economica”.
Ma nessuna riposta può venire nemmeno dal Piano di Azione Nazionale per le fonti rinnovabili (PAN 2010), sentenziano gli Amici della Terra, che risulta ormai completamente superato sia nella stima dei potenziali delle diverse fonti rinnovabili che nelle previsioni di consumo ancora legate ai trend pre-crisi. Un limite va rintracciato nella Strategia Energetica Nazionale 2013, all’origine di questi piani, che si è rivelata debole e ambigua. In che modo? Dava priorità all’efficienza energetica senza però proporre adeguate linee di attuazione; censurava l’eccesso di incentivazione accordato negli anni precedenti alle sole rinnovabili elettriche ma, nella sostanza, ne confermava le premesse innalzando l’obiettivo delle stesse rinnovabili elettriche dal 29% al 38%.
Dilemmi e contraddizioni che, per gli Amici della Terra, non cessano di essere presenti anche nelle attuali azioni di governo: se da una parte viene varato il decreto «spalma incentivi» per gli impianti fotovoltaici già realizzati, dall’altra si annunciano nuovi decreti con ulteriori risorse da destinare a nuovi impianti, eolici in particolare, o, comunque, sempre e solo di rinnovabili elettriche. Tutto ciò avviene senza alcuna analisi dei risultati in rapporto alle risorse impegnate; senza considerare il danno provocato dagli incentivi fuori misura che hanno innalzato di oltre il 20% il prezzo dell’energia elettrica per famiglie e piccole imprese; senza prendere atto del livello ormai raggiunto dalla produzione delle rinnovabili elettriche; continuando a ignorare il potenziale di sviluppo delle rinnovabili termiche che, secondo la stessa SEN, avrebbero dovuto avere un ruolo primario sia per il 2020 che per il 2030.
L’incipit di una nuova politica «efficiente»…
Si comincia dal dato, dicevamo all’inizio, il più possibile «disintossicato» dalle nebbie della crisi. Necessaria, dunque, l’adozione di un diverso indicatore rispetto al calo dei consumi, un indicatore capace di esprimere il miglioramento di efficienza energetica in modo collegato alla crescita della competitività del Paese. “L’intensità energetica – ha spiegato Franci – esprime il rapporto tra una unità di ricchezza o produzione e la quantità di energia necessaria per realizzarla. Questo è un indicatore che consente, molto meglio dell’andamento dei consumi, di registrare l’effettivo miglioramento dell’efficienza energetica nelle attività di produzione o consumo e che riconosce al nostro Paese, un’ottima posizione di partenza fra quelle degli altri paesi industrializzati”.
L’efficienza è il filo conduttore della «ricetta italiana». A sostenerlo anche Rosa Filippini, Presidente degli Amici della Terra, che ha coordinato i lavori della prima sessione della Conferenza. Il ruolo “dell’efficienza energetica come perno delle politiche di ripresa economica – ha infatti detto la Filippini -. Se l’Italia sarà in grado di valorizzare la tradizionale capacità delle proprie imprese di innovare i processi produttivi attraverso tecnologie efficienti, la svolta proposta dagli Amici della Terra può divenire la ricetta da portare in sede comunitaria per la definizione di nuove politiche energetico-ambientali per il 2030”.
L’evoluzione dei TEE, incentivi del risparmio energetico
La seconda giornata della Conferenza Nazionale, nella sessione dedicata al funzionamento dei diversi incentivi all’efficienza energetica, ha posto al centro del confronto i certificati bianchi e la loro attribuzione, che attraversa una fase di definizione delle responsabilità e dei criteri. Sono intervenuti, in rappresentanza del mondo delle Esco, Andrea Tomaselli di Assoesco, Simone Mura di Tholos, Raffaele Scialdoni di Gesco, Sergio La Mura di Assistal; strutture esperte come Fire con Giuseppe Tomassetti; grandi settori industriali come Ceced Italia con Antonio Guerrini, attori del mondo della cogenerazione come A2A con Esther Benigni, Assocarta con Massimo Medugno e Airu con Fausto Ferraresi.
Nino Di Franco, responsabile dell’efficienza energetica per l’Enea ha annunciato come: “nel corso della prima metà del 2015 saranno emesse le nuove linee guida che regolamentano il meccanismo dei TEE (Titoli di Efficienza Energetica ndr) e che conterranno nuove schede tecniche per interventi di efficienza energetica” .
“L’Italia ha un primato a livello mondiale nella diffusione della cogenerazione che deve essere valorizzato” ha invece sostenuto Costantino Lato, della direzione per l’efficienza energetica del GSE che ha inoltre annunciato: “sono stati superati i ritardi nel funzionamento legati alla fase di avvio del Conto Energia Termico e che ora le risposte vengono date nei tempi previsti”
È tornata a prendere la parola, a conclusione del dibattito, Rosa Filippini che ha fatto un appello per rafforzare trasparenza e informazione nella fase di revisione dei meccanismi di incentivazione ed in particolare: “È necessario attivare al più presto una consultazione sulle nuove linee guida dei «certificati bianchi» in modo da coinvolgere gli operatori e tutti i soggetti interessati”.
Roberta Di Giuli
[16 Dic 2014]
La Tavola Rotonda Federico Testa, Commissario straordinario dell’Enea ha sostenuto come “L’efficienza energetica aumenta la competitività delle imprese, ma può produrre anche significative ricadute sulla filiera industriale italiana in quanto le nostre imprese manifatturiere hanno tutte le competenze per raggiungere la leadership a livello mondiale“. “Nei prossimi decenni – ha invece voluto spiegare Giovannangelo Montecchi Palazzi di Confindustria Assafrica e Mediterraneo: la battaglia per l’efficienza energetica di gran lunga più importante si svolgerà ne 150 PVS che rappresentano l’80% della popolazione mondiale, ma che purtroppo la politica energetica UE di fatto ignora”. Ruolo ed obiettivi di una grande realtà italiana l’ha voluta raccontare Nicola Lanzetta, Responsabile Mercato Italia di Enel: “Enel ha voluto avviare una sorta di rivoluzione, trasformandosi da commodity provider a full service provider. L’efficienza energetica è per noi un’occasione per rafforzare il rapporto con i nostri clienti, di cui conosciamo le esigenze e i potenziali di risparmio, costruendo al tempo stesso interessantissime opportunità commerciali”. Invece Chicco Testa, Presidente di Assoelettrica ha ribadito la necessità di eliminare completamente la progressività della tariffa elettrica, in modo da eliminare il principale ostacolo alla diffusione degli usi efficienti del vettore elettrico, come ad esempio quello delle pompe di calore e della mobilità elettrica. Per Andrea Bianchi, Responsabile delle Politiche industriali di Confindustria, la nuova impostazione UE 2030, eliminando l’obiettivo obbligatorio a livello nazionale per le fonti rinnovabili, lascia maggiore flessibilità agli Stati membri nella scelta dello strumento più efficace per abbattere la CO2, ossia l’efficienza energetica. Infine Massimo Mucchetti, Presidente della Commissione Industria del Senato, concludendo i lavori del mattino, ha sottolineato la necessità che gli incentivi per l’efficienza energetica siano basati su strumenti di mercato il più possibile rigorosi. Solo in questo modo sarà possibile infatti premiare gli investimenti per rilanciare la competitività dell’industria italiana. |