Intervista a Monica Tommasi, Presidente degli Amici della Terra, sulle proposte dell’associazione ambientalista per il Piano Energia e Clima dell’Italia
■ Il 27 e 28 novembre scorsi si è tenuta la decima edizione della vostra annuale conferenza sull’efficienza energetica. Avete posto l’accento sull’importanza strategica del prossimo «Piano Energia e Clima» al 2030. Qual è stato il risultato dei due giorni di dibattito?
A conclusione dei lavori della X Conferenza nazionale per l’efficienza energetica, abbiamo proposto al Governo italiano di prevedere nel Piano nazionale energia e clima i seguenti obiettivi al 2030: meno 40% di emissioni di gas climalteranti rispetto al livello del 1990, identico all’obiettivo europeo; 30% di penetrazione delle rinnovabili sui consumi finali di energia, in scostamento rispetto all’obiettivo europeo (32%); 37% di riduzione dei consumi di energia, in aumento rispetto a quella del 32,5% fissata in sede europea. Darsi questi obiettivi significherebbe mostrare coraggio e scegliere la propria strada dando priorità alle politiche di efficienza energetica, selezionando gli strumenti da mettere in campo per raggiungere gli obiettivi 2030, in particolare le politiche di incentivazione, attraverso una accurata analisi costi-benefici ex ante, come previsto anche dalla UE nel Clean Energy Package.
■ Da sempre sostenete che privilegiare l’efficienza energetica porti i risultati migliori sia dal punto di vista ambientale che da quello economico. Qual è invece la posizione degli Amici della Terra sulle fonti rinnovabili per il 2030? Le indicazioni UE dicono 32% in totale.
Anche per le rinnovabili, proponiamo uno scostamento, in questo caso in riduzione, rispetto agli obiettivi europei fissando un obiettivo globale del 30%. Per gli Amici della Terra un presupposto nella formulazione di questo obiettivo per le rinnovabili è un significativo aumento della penetrazione elettrica collegato alla diffusione degli usi efficienti del vettore elettrico negli edifici e nella mobilità. In questo scenario, guardando ai principali comparti di consumo energetico, nelle politiche per le rinnovabili la prima priorità è un forte aumento (del 70% rispetto ad oggi) della loro penetrazione nei consumi termici del residenziale e del terziario, fino a centrare l’obiettivo settoriale del 35% nel 2030. Nel settore elettrico l’obiettivo settoriale del 35% comporta un significativo aumento della produzione da rinnovabili del 25% rispetto al livello attuale e, nei trasporti, il nostro obiettivo del 20% nel 2030 equivale ad un aumento del 150% rispetto alla quantità di FER oggi consumate in questo settore.
■ Quali soluzioni proponete per centrare questi obiettivi? Alla vostra conferenza avete presentato una serie di buone pratiche di efficienza per la mobilità, gli edifici e il settore industriale. Ritenete possano essere sufficienti a centrare i traguardi 40-30-37?
Questi obiettivi sono realistici perché si basano sulla scelta strategica di promuovere, nei vari settori di consumo di energia, una serie di azioni chiave fondate su soluzioni tecnologiche già disponibili e che costituiscono molto spesso eccellenze dell’industria italiana. Lo abbiamo ascoltato, durante i lavori della nostra Conferenza, dai dirigenti delle aziende intervenuti che già utilizzano queste soluzioni. Ad esempio, nel settore dei trasporti le principali azioni chiave sono rappresentate dallo sviluppo della mobilità elettrica, dalla crescita della filiera del Gas Naturale Liquefatto (GNL) per il trasporto stradale pesante e quello marittimo, dalla maggiore diffusione del gas naturale e del GPL nel trasporto leggero.
Negli edifici, prioritari sono gli interventi di riqualificazione energetica, di penetrazione delle pompe di calore elettriche e gas, per lo sviluppo del teleriscaldamento, di riqualificazione del parco esistente di impianti a biomasse e di diffusione di elettrodomestici efficienti. Per l’industria, invece, sono necessari la diffusione di diagnosi energetiche e l’adozione di sistemi di gestione dell’energia. Infine, va da sé che, per centrare gli obiettivi 40-30-37 che proponiamo, è necessaria una rivalutazione delle priorità nelle politiche degli incentivi. Le risorse disponibili dovranno essere orientate alla promozione integrata dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili nei consumi termici e nei trasporti, anche attraverso una concreta revisione del meccanismo dei certificati bianchi.
■ Avete fortemente criticato la politica di incentivazione delle rinnovabili elettriche per gli obiettivi 2020, così come la SEN 2017 nella quale scompariva proprio la priorità per l’efficienza energetica. Ora anche la UE afferma «efficiency first». Come valutate l’azione di questo Governo in merito?
La proposta che come Amici della Terra abbiamo formulato per il Piano Energia e Clima dell’Italia, di cui un primo schema dovrà essere inviato dal Governo alla Commissione europea entro la fine dell’anno, è basata sulla flessibilità della nuova impostazione europea nelle politiche energetico ambientali. Questa impostazione non prevede più obiettivi obbligatori nazionali fissati a livello UE per le fonti rinnovabili e introduce il principio della priorità dell’efficienza energetica per raggiungere gli obiettivi 2030 di decarbonizzazione. L’Italia può finalmente scegliere una strada basata sul proprio patrimonio di esperienza e di conoscenza nel settore dell’efficienza energetica.
Ma, ancora più importante, è che si affermi un vero cambiamento fondato sulla priorità dell’efficienza energetica, in modo che le nuove politiche climatiche diventino un’opportunità di sviluppo del Paese e non un nuovo carico di oneri per i cittadini a favore di interessi settoriali.
[ Tony Colomba ]
■ Il documento di Amici della terra con la sintesi delle proposte
