di Stefania Visco – Strategie di sviluppo connesse alle opere infrastrutturali e politiche di incentivazione dei traffici e di coordinamento degli attori coinvolti: è necessario partire da qui per pianificare il futuro dei porti italiani
Il dover dare risposte e paventare soluzioni nei vari settori dell’economia italiana in un momento di enorme difficoltà nazionale ed internazionale come quello in atto, accelera i processi di confronto per la pianificazione e regolamentazione della movimentazione e distribuzione delle merci e dunque nella logistica. Ed è in questo grande Piano della logistica nazionale che i porti vedranno tracciare le loro linee di sviluppo per i prossimi decenni, linee guida che decreteranno le attività portuali, all’interno delle quali le oscillazioni di traffico saranno di tipo «locale» e dunque probabilmente non significative quando comparate all’intera attività. Porti che vengono considerati come segmenti nella visione dell’intermodalità di trasporto, ma la cui attività è a sua volta composta da numerosi «segmenti », rappresentata da operatori da cui dipende la capacità del porto di offerta di servizi, la cui attività ora più che nel passato dipenderà dalle scelte che si prenderanno in questi mesi in termini di piani strategici. Ed i servizi tecnico-nautici (rimorchio-pilotaggioormeggio e battellaggio) costituiscono uno di questi segmenti.
Affidabilità ed efficienza per la competitività dei porti
Gli imprenditori del settore di rimorchio hanno sempre accompagnato gli sviluppi dei traffici portuali con investimenti costanti sia in termini di mezzi, dotandosi di flotte di rimorchiatori all’avanguardia, che in termini di risorse umane, attraverso la costituzione di organici del personale marittimo addestrati per far fronte ad ogni evenienza. E le evenienze nei porti per quanto attiene il traffico delle navi hanno un duplice aspetto: quello di intervento e quello preventivo. Bisogna essere in grado di fronteggiare qualsiasi situazione si possa venire a creare durante gli approdi delle navi, ed anche al largo, in quanto sono i rimorchiatori chiamati ad intervenire per soccorrere le navi in difficoltà anche in mare aperto ed in condizioni meteorologiche proibitive. Il presidio del servizio di rimorchio è uno dei capisaldi dell’affidabilità dell’operatività portuale, affidabilità che significa non solo «possibilità di ormeggiare», ma di operare in porto in sicurezza, quest’ultima sia per la nave che per l’intero approdo che per l’ambiente. Ma i porti hanno anche bisogno di efficienza che, nel nostro caso, si traduce in attese minime, in organizzazioni di lavoro tarate e tagliate al servizio delle attività portuali ed in rimorchiatori sempre più manovrieri e potenti in funzione anche delle sempre maggiori dimensioni delle navi moderne. In questa delicata fase di scelte che condizioneranno la vita dei porti nei prossimi decenni, dovranno essere individuate non solo strategie di sviluppo connesso alle opere infrastrutturali, ma anche politiche di incentivazione dei traffici, interventi a sostegno della grande imprenditoria portuale compatibili con le regole internazionali e non da meno po- litiche di coordinamento di tutti gli attori coinvolti. Il coordinamento e la consapevole visione del futuro tracciato per i porti è la sola chiave per raggiungere realisticamente affidabilità ed efficienza, che si traducono in economia di scala reale oltreché di costi contenuti, e che in larga parte condizionano le scelte dei grandi operatori internazionali. Solo così si può raggiungere effettivamente un’offerta di attività nei porti italiani che sia realmente competitiva, sia per la leadership dei traffici del Mediterraneo sia come alternativa primaria ai traffici del Nord-Europa.
Una politica lungimirante
Stefania Visco