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IL RISULTATO DI DOHA: IL PROTOCOLLO DI KYOTO FINO AL 2020

Deludente l’appuntamento dell’ONU sul clima. Nessun passo avanti significativo, specie dai Paesi grandi inquinatori

 

Nessuno scudo di impegni internazionali ci difenderà efficacemente dal cambiamento climatico. A conclusione di Doha 2012 emerge un quadro poco rassicurante. Per i grandi del mondo il problema può permettersi soluzioni non immediate. Così il documento conclusivo della diciottesima Conferenza ONU sul Clima rappresenta una morbida presa di posizione: si conferma il Secondo Periodo di impegni del Protocollo di Kyoto per i Paesi sviluppati e si dà il via a nuovi negoziati che indirizzano verso un trattato globale legalmente vincolante per tagli alle emissioni di tutti gli Stati membri da firmarsi entro il 2015.

 

In conclusione, al ruolo debole dell’UE, che non ha saputo identificare impegni precisi, si è contrapposta la determinazione a «non cedere» degli Stati Uniti, e l’ostruzionismo di Canada Russia, Polonia e Nuova Zelanda. Il risultato più significativo rimane quindi la firma del Secondo Periodo del Protocollo di Kyoto sugli impegni per la riduzione dei gas serra dei Paesi industrializzati che, «operativo» dal 1 gennaio 2013, si concluderà nel 2020. «Kyoto2» rimane comunque piuttosto inefficace a livello globale se si considera che le nazioni che sottoscrissero il protocollo Kyoto1 nel 2005 «pesavano» per almeno il 50% sulle emissioni globali; la responsabilità degli Stati che aderiscono oggi alla fase 2 non raggiunge il 20%. Il prossimo appuntamento ONU sul clima si terrà a Varsavia nel 2013.

 

[Redazione Protectaweb]