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Economia circolare in Italia: i numeri nel Rapporto Erion 2024

Nel «Forum Erion sui Modelli Circolari per la Crescita», istituzioni, imprese e attori del settore si sono confrontati sui dati emersi nel Bilancio di Sostenibilità 2024 di Erion che hanno riguardato i volumi di rifiuti trattati, i tassi di riciclo, i benefici ambientali e le problematiche ancora da risolvere. Positivo il bilancio per il nostro Paese

Nella sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale nei pressi di Montecitorio, il 10 giugno un confronto sui dati presentati da Erion – ente che si occupa della gestione di rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche, batterie, imballaggi, tessili e tabacco – ha messo a fuoco una realtà positiva: crescono i volumi del riciclo e i loro impatti ambientali.

Nel 2024, il sistema ha trattato 268.350 tonnellate di rifiuti, segnando un aumento del 6% rispetto al 2023. I RAEE domestici rappresentano la quota maggiore (237.728 tonnellate, +2,5%), seguiti dagli imballaggi industriali (20.545 tonnellate, +79%), dalle batterie (5.719 tonnellate) e dai RAEE professionali (4.358 tonnellate, +50%).

Il tasso di riciclo ha raggiunto l’88%. La gestione ottimale dei rifiuti ha evitato l’emissione di 795.000 tonnellate di CO₂ equivalente, portando anche a un risparmio di 332 milioni di kWh di energia e oltre 1,4 milioni di metri cubi d’acqua. Questi risultati evidenziano l’impatto ambientale positivo del sistema, pur lasciando irrisolti alcuni problemi strutturali.

Il ruolo dell’Italia nel contesto europeo

Con un utilizzo circolare delle risorse pari al 20,8%, l’Italia si posiziona tra i leader europei, ben al di sopra della media UE dell’11,8%. Paesi come Francia, Germania e Spagna si attestano su valori inferiori. Tuttavia, questa posizione non si è ancora tradotta in un vantaggio economico concreto.

“I dati ci dicono che siamo tra i primi in Europa per riciclo” – ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali di Erion – “ma dobbiamo lavorare per trasformare questa performance ambientale in valore economico e industriale. Oggi il sistema è frammentato, e manca una politica industriale capace di integrare i risultati ambientali con la competitività delle imprese”.

L’Italia continua infatti a dipendere fortemente dall’estero per le materie prime, importando il 48% del fabbisogno, a fronte di una media europea del 22%. Inoltre, dal 2014 al 2023, i volumi di materie prime seconde scambiate in UE sono aumentati solo del 4,5%.

RAEE e materie prime seconde: la qualità prima della quantità

Attraverso il consorzio Erion WEEE, sono state reimmesse nel ciclo produttivo 208.699 tonnellate di materie prime seconde: 126.672 tonnellate di metalli ferrosi, 30.055 di plastica, 6.030 di rame e 5.443 di alluminio. Risorse strategiche per l’industria, che aiutano a ridurre la dipendenza da materie vergini.

“Dobbiamo passare da un riciclo basato solo sulle quantità a un modello più selettivo. Serve puntare alla qualità, sviluppare trattamenti innovativi e rafforzare le tecnologie per il recupero delle materie prime critiche, oggi importate quasi esclusivamente da paesi extra UE”, ha spiegato Bonato.

Economia circolare come cultura condivisa

Nel suo intervento introduttivo, Andrea Fluttero ha ribadito il ruolo sociale di Erion: Non siamo solo un sistema tecnico di gestione dei rifiuti. Siamo anche portatori di conoscenza ed esperienza diretta. La nostra responsabilità è condividere con cittadini, imprese e istituzioni quello che vediamo ogni giorno. L’economia circolare deve essere partecipata. Dobbiamo superare la diffidenza e i luoghi comuni, come l’idea che tutto venga comunque smaltito in discarica. Non è così”.

Fluttero ha inoltre annunciato un nuovo evento previsto per il 14 ottobre, durante il «Waste Day europeo», in cui verrà diffusa una ricerca sulla percezione pubblica della raccolta differenziata.

Durante il dibattito sul quadro di riferimento dei modelli di economia circolare per sostenerne la crescita, hanno partecipato Antonio Misiani, Responsabile Economia e Finanze, Imprese e Infrastrutture PD, Massimiliano Salini, Membro del Parlamento Europeo, Leonardo Salvemini, Avvocato e Professore di Diritto amministrativo e ambientale, Paolo Casalino, Direttore Generale Politica Industriale MIMIT, Edoardo Croci, Professore Economia Ambientale Università Bocconi, Laura D’Aprile, Capo Dipartimento MASE e Marco Ravazzolo, Environment, Energy and Mobility Policy Director Confindustria.

Le azioni chiave per rafforzare il sistema circolare italiano

Erion – che rappresenta il più grande sistema multi-consortile italiano legato alla Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) – ha identificato cinque ambiti prioritari su cui intervenire: creare una filiera integrata dei rifiuti, uniformare la normativa europea per un mercato unico, migliorare la qualità e quantità della raccolta, valorizzare i sistemi EPR nella governance e potenziare la formazione ambientale.

L’obiettivo è duplice: ambientale ed economico. Rafforzare l’industria nazionale, ridurre la dipendenza estera e generare nuova occupazione. L’economia circolare”, ha concluso Bonato, “non è più solo una scelta ecologica. È una leva strategica per la transizione industriale e la competitività del nostro Paese”.

[ Maria Vittoria Cocozza ]