Il Piano nazionale per l’energia e il clima è un documento di orientamento fondamentale per stabilire le esigenze di investimento nel campo della decarbonizzazione e dell’energia. Nella proposta di Piano nazionale per l’energia e il clima adottato il 31 dicembre 2018 l’Italia ha fornito una panoramica delle esigenze di investimento fino al 2030 per le diverse dimensioni dell’Unione dell’energia
Nella proposta di Piano nazionale per l’energia e il clima adottato il 31 dicembre 2018 l’Italia ha fornito una panoramica delle esigenze di investimento fino al 2030 per le diverse dimensioni dell’Unione dell’energia. Il Piano intende affrontare i temi relativi a energia e clima in modo integrato e condivide l’approccio olistico proposto dal Regolamento Governance della Commissione europea, che mira a una strategia organica e sinergica sulle cinque dimensione dell’energia:
- accelerare il percorso di decarbonizzazione, considerando il 2030 come tappa intermedia verso una decarbonizzazione profonda entro il 2050;
- promuovere l’efficienza energetica in tutti i settori, come strumento per la tutela dell’ambiente, il miglioramento della sicurezza energetica e la riduzione della spesa energetica per famiglie e imprese;
- mettere il cittadino e le imprese al centro del sistema, in modo che siano protagonisti della trasformazione energetica, con promozione dell’autoconsumo e delle comunità dell’energia;
- promuovere l’elettrificazione dei consumi, in particolare nel settore civile, terziario e nei trasporti;
- accompagnare l’evoluzione del sistema energetico con attività di ricerca e innovazione, in allineamento con gli orientamenti europei espressi dal SET Plan.
Il Piano prevede una serie di elementi qualificanti che richiederanno nei prossimi anni nuove infrastrutture e impianti, con forte attenzione agli impatti ambientali:
- grande crescita del fotovoltaico: +30 GW
- riduzione dei consumi nel settore residenziale e terziario: -7 Mtep
- elettrificazione dei consumi: +1,6 Mtep tra trasporti, residenziale e terziario
- riduzione della dipendenza energetica: dal 77% al 63%
Gli obiettivi generali del Piano nazionale per l’energia e il clima
Per quanto riguarda la strategia relativa alla Dimensione della ricerca, innovazione e competitività dell’Unione dell’energia, occorre finalizzare risorse e attività allo sviluppo di processi, prodotti e conoscenze che abbiano uno sbocco nei mercati aperti all’utilizzo delle tecnologie per le rinnovabili, l’efficienza energetica e le reti.
L’Italia ritiene lo «Strategic Energy Technology» (SET Plan) come lo strumento fondamentale per affrontare le nuove sfide; il SET Plan costituirà nei prossimi anni il punto di riferimento per gli investimenti a livello di UE, nazionale e regionale e per gli investimenti privati a favore della ricerca e dell’innovazione nel settore energetico. Il lavoro svolto negli ultimi anni dai Paesi UE, al quale l’Italia ha dato un significativo contributo, nella definizione dei settori prioritari di intervento del SET Plan, ha portato alle seguenti indicazioni di volumi di investimento necessari in attività di ricerca e innovazione.
L’Italia ritiene inoltre necessaria una gestione organica della ricerca nel settore dell’energia, sia del SET Plan che di Mission Innovation, per migliorare l’efficienza e l’efficacia delle risorse stanziate.
A livello internazionale, nel corso della COP21 di Parigi, l’Italia ha infatti aderito all’iniziativa multilaterale Mission Innovation, che ha l’obiettivo di promuovere l’accelerazione dell’innovazione tecnologica a supporto della transizione energetica attraverso un aumento significativo di fondi pubblici dedicati alla ricerca cleantech.
L’iniziativa è articolata in una serie di «Innovation Challenges». L’Italia ha assunto un ruolo di co-leadership, congiuntamente a India e Cina, sullo sviluppo delle smart grids. Il sistema nazionale della ricerca, oltre che sulle smart grids, ha in particolare mostrato interesse sui carburanti alternativi, sui materiali avanzati per l’energia, sul riscaldamento e raffrescamento zero emission e sull’idrogeno.
Nel prospetto seguente sono illustrati gli impegni assunti dai vari Paesi nelle 8 Innovation Challenges dell’iniziativa Innovation Mission.
Nell’ambito della definizione del Piano nazionale per l’energia e il clima si vuole cogliere l’opportunità di definire una strategia a lungo termine (almeno fino al 2030) che indichi gli obiettivi, le priorità e la determinazione delle misure indispensabili per conseguire gli obiettivi individuati, oltre che aggiornare anche priorità, indirizzi e valutazioni di competitività nel settore delle tecnologie energetiche. L’obiettivo è quello di creare le condizioni di sistema affinché la partecipazione dell’industria e dei Centri di ricerca pubblici e privati italiani ai futuri programmi di ricerca previsti sia dal SET Plan che dal prossimo Horizon Europe (Dal 2021 prenderà il posto del Programma Horizon 2020) e da Mission Innovation sia più ampia e meno frammentata, arrivi a proporsi efficacemente per un ruolo più incisivo e raccolga maggiori successi di quanto non sia avvenuto in passato.
A livello di risorse finanziarie nel contesto di Mission Innovation, l’Italia si è impegnata a raddoppiare il valore del portafoglio delle risorse per la ricerca pubblica in ambito clean energy, dai circa 222 mln€ nel 2013 (anno assunto come baseline) ai circa 444 mln€ a partire dal 2021, che rappresenta a tutti gli effetti l’impegno minimo per garantire il raggiungimento degli obiettivi indicati. L’obiettivo, molto sfidante, è diventato azione di Governo già nella precedente SEN del 2017.
Nella prospettiva del 2050 razionalizzare e potenziare la ricerca e l’innovazione nel settore energetico diviene imperativo indicando obiettivi nazionali e di finanziamento per la ricerca e l’innovazione, pubbliche e private. Tali obiettivi dovranno essere coerenti con le priorità della strategia dell’Unione dell’energia e del SET Plan. Queste previsioni possono costituire un riferimento, sulla cui base riflettere per meglio individuare le opzioni tecnologiche alle quali dare priorità, tenendo conto dei punti di forza del sistema nazionale e delle esigenze di sistema. In proposito, andranno utilizzati in modo coordinato strumenti nazionali, i programmi europei e internazionali.
Molto si potrà fare in futuro in Europa anche in termini di infrastrutturazione e digitalizzazione e ampi, almeno per l’Italia, sembrano i margini di crescita e miglioramento. Miglioramento che sicuramente dovrà riguardare anche i sistemi di accumulo di energia, il cui futuro rivestirà certamente a un ruolo di primo piano. Sarà difficile procedere verso la decarbonizzazione del settore energetico senza progressi sostanziali nelle tecnologie di stoccaggio dell’energia.
Per ottenere questi risultati, vista la necessità di investimenti ampi, risulta fondamentale costruire alleanze larghe e di dimensione europee e anche extra-europee, che mettano insieme tutti i soggetti interessati (istituzioni, università e centri di ricerca, imprese) per supportare le attività di R&S nel settore e facilitare l’introduzione nel mercato delle nuove tecnologie, sviluppando anche misure che intervengano sul quadro normativo e regolatorio, con lo scopo di abbattere le barriere d’ingresso al mercato e sostenere l’attrazione di finanziamenti e il ritorno degli investimenti.
In Italia anche lo sviluppo delle smart grids sarà un tema dominante per i prossimi decenni, che agevolerà non solo i piccoli produttori ma anche le grandi aziende, in quanto la disponibilità di una rete in cui tutti i dispositivi comunicano tra di loro fornirà a software dotati di intelligenza artificiale una quantità di informazioni adeguate a predire adeguatamente la domanda di energia.
[ Marcello Capra ]
Delegato SET Plan, Ministero dello Sviluppo economico