Nonostante il rallentamento degli Stati Uniti, il passaggio a un’energia pulita prosegue grazie alla spinta di Cina ed Europa. L’«Energy Transition Outlook 2025» di DNV conferma: il cambiamento è in corso e la direzione è chiara

L’obiettivo globale verso un’energia più pulita rimane solido, nonostante il rallentamento della transizione energetica negli Stati Uniti dovuto ai recenti cambiamenti di rotta nelle politiche. È quanto emerge dalla nona edizione del DNV Energy Transition Outlook, che evidenzia come l’impatto americano sarà solo marginale sul percorso globale, grazie al forte slancio di altre regioni, in particolare la Cina.

Negli Stati Uniti, il rinnovato sostegno ai combustibili fossili ritarderà la riduzione delle emissioni di circa 5 anni, con emissioni annuali di CO₂ stimate tra 500 e 1.000 milioni di tonnellate superiori rispetto alle previsioni precedenti. Nel frattempo, la Cina segna nuovi record nelle installazioni di energie rinnovabili, contribuendo al 56% della capacità fotovoltaica e al 60% della crescita eolica mondiale nel 2025. L’esportazione di tecnologie pulite da parte del Paese continua, inoltre, a sostenere la transizione energetica su scala globale.

Secondo DNV, la transizione globale sarà solo leggermente più lenta, con un mix energetico previsto al 51% di combustibili fossili e al 49% di fonti non fossili entro il 2050. Le emissioni globali di CO₂ nello stesso anno saranno superiori del 4% rispetto alle stime dello scorso anno, ma il percorso di decarbonizzazione rimane in corso.
“È più importante che mai valutare la transizione energetica da una prospettiva globale. La transizione energetica mondiale non si sta arrestando, si sta evolvendo, con lo slancio che si sposta verso regioni che stanno raddoppiando gli sforzi sulle «tecnologie pulite»”, ha dichiarato Remi Eriksen, Presidente del Gruppo e CEO di DNV. “La sicurezza è diventata il principale motore della politica energetica e, come mostra la nostra previsione, nel complesso questo sta accelerando il passaggio alle rinnovabili”.
Il rapporto evidenzia inoltre come le politiche di sicurezza energetica abbiano un effetto netto di riduzione delle emissioni: a livello globale si prevede una diminuzione dell’1-2% all’anno grazie all’attuazione di tali misure. L’energia nucleare, ad esempio, rappresenterà il 9% della fornitura di elettricità nel 2060; senza le politiche di sicurezza energetica, il contributo sarebbe stato inferiore di un terzo. In Europa, le emissioni saranno inferiori del 9% nel 2050, grazie alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili importati.

Il DNV «Energy Transition Outlook 2025» sottolinea anche come l’intelligenza artificiale stia emergendo come nuovo grande consumatore di energia, ma nel 2040 assorbirà solo il 3% dell’elettricità globale.

L’uso di energia dei data center quintuplicherà entro il 2040, raggiungendo il 5% di tutta l’elettricità mondiale.
Le emissioni globali di CO₂ si ridurranno del 43% rispetto a oggi entro il 2050, con la neutralità carbonica attesa dopo il 2090. La produzione globale di elettricità aumenterà del 120% da oggi al 2060, mentre la capacità solare fotovoltaica globale ha già superato nel 2025 i 3.000 GW, con la Cina che ha installato più del doppio della capacità rispetto all’Europa.

“In diversi settori, i progressi tecnologici e la riduzione dei costi stanno spingendo la transizione energetica, ma nei settori più difficili da decarbonizzare è necessario un sostegno politico maggiore. Sebbene le tensioni geopolitiche e le priorità nazionali aggiungano complessità, la direzione globale della transizione energetica rimane chiara” ha aggiunto Eriksen.
[ Alessandra Vitale ]



DNV Energy Transition Outlook 2025 Report










































