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Palazzi storici ora ambientalmente sostenibili. «Le Dimore di Via Arena» di Bergamo Alta puntano al LEED

Un intervento edilizio con elevati standard di innovazione ed eco-sostenibilità mette mano, nel cuore di Bergamo Alta, ad un complesso immobiliare storico con tratti risalenti al 1200. Un ottimo intervento di recupero che valorizza storia e tradizione raggiungendo confini inesplorati nell’ambito dell’edilizia ambientale

A Bergamo si colorano di verde anche gli «intoccabili» palazzi storici. L’intervento, ambizioso e delicato, scrive pagine innovative nell’ambito dell’edilizia di recupero.  L’intervento «Le Dimore di via Arena», progetto realizzato dalla Immobiliare Percassi a firma degli architetti Maurizio Zambelli e Barbara Radici, ha infatti riguardato due edifici sottoposti a vincolo monumentale. Si tratta di 17 unità immobiliari ad uso residenziale, per un totale di 3.000 mq, oggetto di una ristrutturazione a vocazione eco-sostenibile, tanto che le due unità, pur mantenendo inalterati gli elementi architettonici (le fondamenta hanno origine nel 1200) potranno a buon diritto aspirare alla certificazione Leed per il loro basso impatto ambientale.

La ristrutturazione ha offerto anche l’occasione di ripercorrere la storia urbanistica di una zona antica e suggestiva di Bergamo.

Un progetto moderno immerso nella storia

Il percorso de «Le Dimore di Via Arena 2» comincia nel 2016, nella rinomata zona del centro storico di Città Alta, in una parte pianeggiante dove la cortina edilizia di Via Arena, di cui gli immobili fanno parte, risale fino al Monastero di Santa Grata. L’intervento è stato eseguito proprio su questi edifici ricchi di storia, un complesso che nella seconda metà del Settecento fu sede del Consorzio per l’Assistenza ai Carcerati per poi divenire, nell’Ottocento, struttura residenziale e, infine, Casa della Banca Diocesana (dal 1921).

Gli appartamenti sono stati realizzati con tagli diversi, ognuno con peculiari caratteristiche e con metrature dai 56 mq ai 382 mq. Si è dato ampio valore a balconi, affacci e cortili, punti di vista privilegiati che mostrano una Bergamo pittoresca. Completano l’opera 22 posti auto.

Particolare cura è stata rivolta anche alle parti comuni dove le grandi scale in pietra, che conducono all’interno de Le Dimore, sono state illuminate con produzioni Viabizzuno. Non meno attenzione è stata posta nel recupero dei soffitti affrescati, degli elementi strutturali lignei, delle travi in rovere, dei cassettoni in legno, degli archi in pietra, dei travetti e dei colonnati che creano affascinanti logge. Gli elementi di pregio sono stati recuperati sia nelle parti interne che in quelle esterne degli immobili.

Molta storia è emersa da questo restauro che si configura come uno studio dell’evoluzione urbanistica di una zona poco indagata, ancor prima di un intervento ambizioso e impegnativo.

“Considerando la tipologia dell’intervento e la dislocazione dell’immobile, il cantiere è stato impegnativo, ma anche ricco di soddisfazioni – commentano da Immobiliare Percassi – Abbiamo messo in atto tutte le misure necessarie per garantire gli scavi e i lavori di consolidamento e recupero della struttura. Il nostro obiettivo è stato quello di valorizzare ogni elemento edilizio con grande rispetto per le opere murarie preesistenti e con un lavoro di grande artigianalità ed esclusività”.

L’intervento ha previsto una fase di consolidamento, una di restauro e una di implementazione attraverso soluzioni innovative. Tutto quanto in situ è stato riutilizzato, seppure in chiave diversa, a cominciare dai materiali (pietra, ferro, legno) così come gli elementi di finitura (cornici, imbotti, architravi, parapetti, corrimano, serramenti, portoni) per dare un risultato al contempo storico e contemporaneo.

“Un lavoro fatto con amore – spiega Maurizio Zambelli – : un intervento appassionante che ha permesso di ristoricizzare un’area di Bergamo: non è stato uno spogliare della storia un edificio, ma riqualificare di storia questo immobile dal grande valore sul territorio. Pietra su pietra, è stato un lavoro da scoprire giorno dopo giorno, date le continue scoperte e il continuo problem-solving che mettevamo in atto. Abbiamo tutelato la storia, l’abbiamo valorizzata e resa perfettamente abitabile, abbinandola a tecnologie avanzate e a un vivere domotico e sostenibile. Questo è un intervento amato dove ogni elemento è studiato profondamente: dalle griglie alle gronde fino alle cerniere degli scuri, ovviamente dal colore della facciata a tutti gli elementi di restauro che appartengono in maniera intrinseca all’edificio. Un lavoro che ha restituito armonia a questo manufatto, nella sua regolarità architettonica, nel fascino della sua corte, nei suoi affacci incredibili: abbiamo così recuperato la cultura delle singole parti, rendendole contemporanee e valorizzandole con tutti i benefici di una vivibilità d’eccellenza”.

Si è data molta attenzione alla salvaguardia degli elementi di pregio e al ritrovamento di reperti storici e archeologici. Di grande rilievo il lavoro svolto sulla facciata decorata con l’affresco attribuito ad Antonio Maria Caneva, detto il Porlezzino, risalente agli anni tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, un lavoro che riqualifica un pezzo di storia di Via Arena.

“Il progetto ha arricchito ciascun protagonista del team di lavoro – racconta l’architetto e progettista Barbara Radici una sfida di ingegneria, di archeologica, architettonica e progettuale, in un lavoro corale e coerente. Abbiamo voluto mantenere un linguaggio comune che valorizzasse la tradizione: basti pensare ai materiali scelti come la pietra di Sarnico, e abbiamo anche sfruttato la tecnologia a disposizione per rendere le abitazioni innovative, domotiche e sostenibili, attraverso una progettazione di impianti avanzati non visibili all’occhio, affinché ogni dimora fosse avanzata tecnologicamente ma senza alcun impatto estetico”.

Interventi green per un progetto unico

A completare l’opera le scelte per la sostenibilità e il risparmio energetico che rendono questo intervento uno dei pochi nel suo genere. Il complesso è stato implementato con efficienti soluzioni impiantistiche innovative, compatibili con i vincoli di tutela storico-artistica. Sono stati realizzati: un sistema domotico con gestione in remoto; un sistema termico integrato per la climatizzazione con riscaldamento e raffrescamento a pavimento; un impianto di ventilazione meccanica controllata; il controllo dei consumi idrici ed elettrici; un sistema di isolamento termico e acustico. Tutto questo per soddisfare i parametri richiesti dalla Leed 2009 che garantiscono standard di massima sostenibilità e risparmio energetico. Per coerenza sono stati impiegati elementi eco-sostenibili e finiture di origine locale per valorizzare il territorio.

La sfida principale è stata quella di integrare le nuove tecnologie in strutture che non le prevedevano. Vincerla ha significato realizzare un prodotto in grado di coniugare il fascino della storia con le esigenze attuali.

Inoltre, l’indagine archeologica che è stata possibile compiere – sotto la supervisione delle dott.sse Cristina Longhi e Stefania De Francesco della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia – ha rivelato stratigrafie e strutture pertinenti all’epoca romana. Molti i reperti scoperti nel sottosuolo. Si citano, ad esempio, la lucerna di epoca preromana e lo stralcio di mosaico romano, 70×100 cm e dello spessore di 20 cm, raffigurante la testa di Gorgone ora custodito al Museo Archeologico di Bergamo.

I restauri sono stati curati dalla Gasparoli, dinastia di restauratori di Gallarate.

“Ci siamo innamorati della storia di questo immobile, così come della sua complessità – spiega il Presidente di Immobiliare Percassi Francesco Percassi -. Per noi ogni aspetto del progetto è stato una sfida e una volontà di entrare nella storia di Bergamo, scoprirne la sua ricchezza, portarla alla luce, valorizzarla e donarla al territorio. Un lavoro che ha visto in gioco una squadra di grandi professionisti, con la capacità di fare le scelte più valide per conservare la storicità degli spazi, offrendo qualità ed esclusività, altissime prestazioni, elevati standard di vivibilità e l’emozione di dimore che sono meraviglia ed eccellenza”. E continua: “Riportare allo sguardo, rievocare i frammenti celati di questa antica area urbana è stato un atto di valorizzazione culturale, imprescindibile nel nostro lavoro che con questo progetto ha voluto anche rafforzare il senso di identità del luogo che si abita”.

Un progetto esclusivo che fa rinascere dimore storiche a nuova vita grazie all’utilizzo di innovative conoscenze tecnologiche che le rendono compatibili con le esigenze odierne senza privarle della loro intima essenza.

[ Federica Pacetti ]