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La vice-Ministra Gava elogia il grande lavoro per la rimozione dei 16.640 fusti radioattivi dall’ex Cemerad di Statte (TA)

Con il trasferimento degli ultimi 141 fusti, dei 16.640 contenenti rifiuti pericolosi e radioattivi dal deposito Cemerad di Statte (in provincia di Taranto) agli impianti della Casaccia da parte di Nucleco (Società controllata dalla Sogin), si è completata una imponente opera di bonifica, costata 18,8 milioni e iniziata nel lontano 2017, portata a termine grazie al Commissario Straordinario per la bonifica Vera Corbelli. Un lavoro particolarmente complesso per lo stato di deterioramento di moltissimi colli presenti all’interno che ha reso necessario allontanare i fusti nel corso di 92 viaggi, articolando le operazioni in tre fasi per ottimizzare e velocizzare le attività.

La partenza di quest’ultimo trasporto è avvenuto ieri alla presenza, fra gli altri, dell’on. Vannia Gava, vice-Ministra dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vera Corbelli, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’intervento di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti pericolosi e radioattivi siti nel deposito ex Cemerad, Serena Triggiani, Assessore Ambiente Regione Puglia, Fabio Spada, Sindaco di Statte, Francesco Campanella, Direttore dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la radioprotezione (ISIN), Mario Lazzeri, Assistente Esecutivo dell’Amministratore Delegato di Sogin, Nadia Cherubini, Presidente di Nucleco e dei rappresentanti dei diversi Enti e Corpi dello Stato coinvolti nelle operazioni.

Un intervento definito “di grande importanza” dalla vice-Ministra dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, on. Vannia Gava, presente alle operazioni finali di rimozione, che ha aggiunto “È stato fatto un lavoro grandissimo che è motivo di orgoglio per il nostro Paese” , plaudendo alla collaborazione istituzionale e alla competenza del Commissario straordinario Vera Corbelli. ”Eliminando una delle maggiori criticità ambientali dell’area e centrando un traguardo fondamentale per il territorio tarantino, abbiamo dimostrato quello che siamo in grado di fare per mettere in sicurezza i territori – ha continuato -. È chiaro, però, che a monte occorre cultura ambientale perché queste cose non devono accadere. Si procederà ora con la caratterizzazione del sito e valuteremo la bonifica. L’intenzione è quella di restituire alla comunità un’area completamente sanata e riqualificata. Un passo significativo per un territorio che da decenni attende interventi concreti per la sicurezza ambientale e la rigenerazione industriale”.