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L’impatto ambientale dei porti europei

Patrick Verhoeven
Patrick Verhoeven

di Patrick Verhoeven • Con l’indagine ESPO/EcoPorts una valutazione dell’impatto ambientale delle aree portuali dopo la maggiore diffusione degli obiettivi di eco-sostenibilità

 


Nel corso del 2009 l’Organizzazione Europea dei Porti Marittimi (ESPO European Sea Ports Organisation) ed EcoPorts hanno predisposto un’analisi volta a monitorare gli impatti ambientali dei porti europei che fanno parte di ESPO, che evidenzia gli effetti dell’opera di sensibilizzazione, dello scambio di esperienze e dell’introduzione della certificazione per le principali attività in materia ambientale. I risultati sono stati pubblicati nel febbraio del 2010 e saranno inseriti nel rapporto che ESPO pubblicherà nel settembre 2011 su questo tema, anno entro il quale tutti i porti europei aderenti ad ESPO si dovranno certificare in base alle linee guida ambientali redatte da EcoPorts, adottando tutti gli stessi parametri.

Priorità di intervento

L’analisi ESPO/EcoPorts (www.espo.be) identifica gli aspetti principali sui quali agire al fine di mitigare gli impatti ambientali dei porti nell’Unione Europea evidenziandone contemporaneamente i positivi risultati raggiunti finora in termini di gestione. Lo studio rileva inoltre quali siano stati i risultati di impatto nel periodo 1996-2004, anni nei quali le certificazioni ambientali erano ancora relativamente poco diffuse, valutandone poi i progressi conseguiti fino al 2009. Progressi che saranno ulteriormente accelerati dall’obbligatorietà delle certificazioni a livello europeo per tutte le attività marittime, che implicherà la necessaria regolamentazione di ogni singolo porto, che sarà così chiamato a rispondere  direttamente su tutti gli aspetti che determinano rilevanti impatti ambientali.

Uno dei risultati di maggiore interesse dell’analisi riguarda la notevole ridefinizione nel tempo degli indicatori ambientali del settore portuale europeo e l’introduzione progressiva di nuovi indicatori, come, ad esempio, quelli riferiti ai consumi energetici. Nel corso delle analisi, i porti sono stati invitati a definire le dieci principali priorità ambientali sulle quali fossero in corso azioni per la minimizzazione degli impatti. La sintesi complessiva è riportata nella sottostante tabella di raffronto tra le priorità indicate nell’indagine del 2009 e quelle condotte nel 1996 e nel 2004. Tra i molteplici punti sui quali intervenire, indicati nel 2009, sono molti gli aspetti ambientali caratterizzati da un’elevata priorità per la maggioranza dei porti europei, ma due sono i fattori, precedentemente trascurati, che risultano ora inclusi: i rapporti con le comunità locali e i consumi energetici. Questi punti riflettono chiaramente quanto siano sentite determinanti l’efficienza energetica e la minimizzazione delle emissioni complessive, necessarie a perseguire la minimizzazione dei cambiamenti climatici in atto e l’aumento del livello di accettazione delle attività portuali nei territori. La tabella evidenzia anche i cambiamenti delle priorità ambientali durante tutto il periodo 1996-2009. Molti di questi indicatori sono frutto di un mutato contesto normativo, come, ad esempio, i cambiamenti originati dall’attuazione delle direttive comunitarie sull’impatto acustico, sullo smaltimento dei rifiuti, oppure dalla direttiva Habitat per la conservazione della biodiversità negli Stati membri, direttive che hanno indubbiamente avuto significativi risvolti nei porti, sollecitandoli ad approntare soluzioni volte a ridurre il rumore, ottimizzare la gestione dei rifiuti e le operazioni di dragaggio dei porti.

In questo senso, ESPO ha avviato diverse iniziative per aiutare gli operatori portuali nell’interpretazione del mutato quadro normativo di riferimento, ottemperando al contempo alle specifiche esigenze manifestate per l’applicazione delle norme ambientali nell’Unione Europea:

? ESPO ha redatto un «Codice di comportamento ambientale» ovvero un insieme di indicazioni costantemente aggiornate in base ai successivi regolamenti emanati dall’Unione Europea sul tema ambiente, codice perfettamente applicabile ai porti poiché costituito da un insieme di raccomandazioni per l’attuazione della normativa di settore. Un suo prossimo aggiornamento è previsto per il 2011 e sarà strutturato per approcci tematici, incentrati sulle principali modificazioni legislative intercorse. E sarà anche più pragmatico, poiché volto ad individuare quali possano essere gli impegni che le singole Autorità portuali dovranno prendere e quali azioni applicare.

? ESPO ha inoltre redatto un «Codice di condotta per il rispetto delle Direttive Uccelli e Habitat (2007)», Codice che raccoglie le esperienze fatte in questo ambito delle Autorità portuali, traducendole in raccomandazioni e orientamenti volti a individuare possibili soluzioni all’interno del quadro giuridico esistente. Il Codice fa riferimento alle linee guida ambientali della Commissione Europea sull’attuazione delle direttive.

? ESPO ha infine introdotto un «Premio annuale relativo al codice di condotta adottato per migliorare l’integrazione dei porti con le Comunità locali» e promuove progetti innovativi proposti dalle singole Autorità portuali che vogliano sviluppare sinergie di collaborazione con i territori, migliorare la qualità della vita, ottimizzare il sistema dell’accessibilità dei siti portuali e in generale promuovere un’immagine positiva del porto come luogo per vivere e lavorare. ESPO, inoltre, ha pubblicato un Codice di condotta, la cui edizione italiana è stata curata da Assoporti, che sarà presentato ufficialmente a Roma il prossimo 26 ottobre.

 

mitigazione impatti dei porti

 

Metodologie e strumenti di gestione ambientale

Accanto a queste iniziative, EcoPorts fornisce metodologie e strumenti applicativi volti ad assistere nella gestione ambientale i porti ubicati in ambito europeo:

? il modulo SDM (Self Diagnosis Method) è strutturato su una metodologia consolidata e ampiamente adottata in ambito internazionale per l’identificazione dei potenziali rischi ambientali e aiuta a stabilire quali possano essere le priorità di azione. Il modulo SDM è implementabile grazie alla presenza di codici sintetici che agevolano nella descrizione modellistica la configurazione delle variabili caratteristiche per le singole infrastrutture portuali e possano così essere autovalutati i programmi di gestione ambientale in relazione alla performance e alle singole norme in uso. L’utilizzo regolare del modulo SDM aiuta i porti a monitorare i progressi conseguiti sulla base delle attività di gestione ambientale promosse.

? Il modulo applicativo PERS (Port Environmental Review System) contribuisce invece ad attuare sistemi di gestione ambientale in ambito portuale. PERS è basato su indicatori riconosciuti a livello internazionale ma rimane un sistema specifico sviluppato da operatori portuali per altri operatori portuali. È formulato per essere flessibile e implementabile anche successivamente, sulla base di future modifiche legislative e delle singole priorità d’azione intraprese. PERS include, inoltre, la possibilità di far validare i dati immessi per ottenere certificazioni da parte di revisori indipendenti.

Il programma EcoPorts, avviato nel 1993, ha evidenziato quali possano essere i positivi risultati conseguibili grazie alla costante attuazione di norme comuni, sostenute da politiche coerenti basate sulla totale condivisione degli strumenti e delle metodologie effettivamente praticabili. ESPO raccomanda alle Autorità portuali il ricorso agli strumenti precedentemente menzionati e alla cooperazione per consolidare quanto sino ad ora avviato per il miglioramento dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile, sviluppo che può essere promosso da efficaci programmi di gestione ambientale.

A partire dal 2011 EcoPorts avvierà specifici servizi per il monitoraggio ambientale e lo studio di tutte le innovazioni tecnologiche che le Autorità portuali potranno mettere in atto per integrare o rendere maggiormente praticabili le attività di minimizzazione degli impatti ambientali promosse da ESPO.

 

Patrick Verhoeven

Segretario Generale ESPO (European Sea Ports Organisation)
(traduzione di Paola Villani)