Compag sollecita la Commissione Europea a valutare con attenzione le implicazioni della strategia «Farm-to-Fork» per analizzarne le preoccupanti ricadute, quali il calo della produzione agricola nei Paesi europei
Compag, la Federazione Nazionale delle Rivendite Agrarie, ha da tempo concentrato l’attenzione sullo studio degli impatti delle misure proposte dalla Commissione Europea nelle strategie «Farm-to-Fork e Biodiversità del Green Deal Europeo» sulla produttività agricola dell’UE.
Dopo aver espresso la sua posizione al riguardo ed affiancato le sue considerazioni a quelle di diverse Associazioni a livello europeo oltre che ai risultati derivanti da studi di vari Centri di Ricerca (USDA, JRC), Compag ribadisce quanto emerso da uno studio tedesco commissionato dal Grain Club (Associazione che rappresenta l’Associazione federale per il commercio agricolo, l’Associazione delle coop tedesche, l’Associazione dei grossisti di oli, grassi e materie prime oleose, l’Associazione dell’industria della lavorazione dei semi oleosi e l’Associazione dei commercianti di cereali) ad un gruppo di lavoro coordinato da Christian Henning, Professore di Politica Agricola e Direttore dell’Istituto di Economia Agraria dell’Università di Kiel.
Analisi degli impatti
Secondo le analisi conclusive dello studio “le misure proposte dalla Commissione Europea nelle strategie «Farm-to-Fork e Biodiversità del Green Deal Europeo», se pienamente attuate, porteranno a un calo significativo della produzione agricola nell’UE” con conseguente significativo aumento dei prezzi dei più svariati prodotti agricoli nell’Unione Europea.
Inoltre, il calo della produzione di cereali e carni bovine derivante dall’applicazione della strategia «Farm-to-Fork», determinerebbe una riduzione del grado di autosufficienza dei Paesi dell’UE che passerebbero da una posizione di esportazione ad una posizione di importazione dei prodotti agricoli dai Paesi Extraeuropei.
Henning, pur ammettendo che il pacchetto di misure previste dalla strategia abbia un impatto positivo sull’ecosistema nell’UE, ritiene che lo stesso non sia efficace per i miglioramenti attesi sul clima globale, poiché la riduzione di emissioni di gas serra (GHG) causata dal calo della produzione agricola europea, sarebbe interamente compensata dall’aumento delle emissioni di gas serra prodotte dall’agricoltura extra UE.
Ludwig Striewe (German Agricultural Trade Association) ha espresso alcune perplessità sull’accelerazione che si sta esercitando sulla politica della sostenibilità, affermando che, pur condividendo gli obiettivi della Commissione Europea in materia di protezione della biodiversità, delle risorse idriche e del clima, è altrettanto importante garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare.
“Tutti gli agricoltori hanno un chiaro interesse a proteggere l’ambiente e il clima, oltre a garantire che anche le generazioni future possano continuare a gestire le aziende agricole e soddisfare la domanda nazionale di cibo prodotto, – commenta Udo Hemmerling, vice-Segretario Generale dell’Associazione tedesca degli Agricoltori – tuttavia, gli elevati standard dell’UE per la produzione in Europa non devono essere compromessi dalle importazioni. Lo studio ha rivelato notevoli effetti di dispersione che deriverebbero dallo spostamento della produzione verso paesi extra UE”.
Altrettanto preoccupante il commento dell’AD dell’Associazione tedesca Raiffeisen Ehlers sul potenziale impatto della strategia «Farm-to-Fork»: “Difficilmente i prezzi più elevati e una inferiore fornitura di frutta e verdura prodotte in Europa incoraggeranno i consumatori a seguire una dieta equilibrata. Inoltre, saranno inevitabili considerevoli tagli per i settori, sia a monte che a valle, e numerose aziende agricole non saranno in grado di reggere l’impatto di queste misure”.
Il prof. Henning conclude affermando che la strategia «Farm-to-Fork» ha un potenziale per agricoltori e società, ma sarà necessario attuare politiche agricole innovative per sfruttarlo; nella situazione attuale gli effetti positivi previsti sui servizi ecosistemici sarebbero ampiamente controbilanciati da quelli negativi, in opposizione ad alcuni degli obiettivi del Green Deal.
Compag si unisce dunque alle Associazioni dell’industria agricola dell’UE e della Germania rivolgendo all’UE l’ennesimo appello a rivedere ed esaminare approfonditamente le misure previste dalla strategia «Farm-to-Fork», di verificarne l’efficacia, di analizzare gli effetti collaterali e pianificarne la gestione, di valutare idonee misure alternative per il raggiungimento dei medesimi obiettivi.
L’evoluzione del settore agricolo europeo in termini di rispetto dell’ecosistema, di salvaguardia dell’ambiente, di produzione sostenibile e di miglioramento degli standard dell’intera filiera alimentare deve essere il frutto di un confronto tra la Commissione Europea e le parti interessate in modo da non impattare negativamente sull’autonomia dei Paesi dell’Unione Europea nell’ambito della produttività agricola.
[ Maria Carmela Galizia ]