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Seconda Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare

7 giugno 2020: un’importante occasione per riflettere sul cibo che arriva nel nostro piatto

Il 7 giugno si celebra la Giornata Mondiale della Sicurezza alimentare (WFSD) gestita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità diffondendo i concetti di salubrità degli alimenti, salute, accesso al cibo sano e nutriente, sviluppo sostenibile.

Aumenta sempre di più, infatti, l’attenzione che i consumatori dedicano all’impatto ambientale e sostenibile di prodotti e servizi, soprattutto quando si tratta di cibo, elemento così importante per la nostra sopravvivenza.

La pandemia di questi mesi ha evidenziato, di contro, un sistema alimentare non evoluto ed incapace di reagire ai rischi sanitari emergenti; le malattie di origine alimentare, causate dal cibo non sicuro, colpiscono ogni anno circa 600 milioni di persone causando oltre 420mila vittime e generando costi economici molto elevati. Un miliardo di persone soffre la fame mentre sale il numero delle persone in sovrappeso o obese ed attualmente sono due miliardi le persone complessivamente malnutrite.

Ai sistemi di produzione e consumo alimentare si richiede, pertanto, di puntare, quanto prima, all’offerta di alimenti salubri, rispettosi dell’ambiente, poco elaborati dal punto di vista industriale e coltivati nelle zone di provenienza tradizionale muovendosi nel rispetto della biodiversità e delle risorse a disposizione.

È emerso, inoltre, che la sicurezza alimentare non può prescindere dalla sostenibilità, in tutta la sua filiera, a partire dai produttori durante la lavorazione passando per i distributori fino ai consumatori finali.

Un’alimentazione sostenibile prevede che si consumi cibo sano, equo e accessibile per tutti, non praticando un uso smoderato del suolo e delle risorse idriche, prestando attenzione alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, scegliendo cibi locali e tradizionali per sostenere l’economia locale.

Acquistare locale vuol dire, infatti, privilegiare la filiera corta in quanto si riducono i passaggi tra produttori e consumatori, si eliminano gli intermediari sostenendo gli agricoltori italiani e si riducono le emissioni di CO2 limitando i trasporti.

Bisogna riconoscere, comunque, che il mondo del «food» si sta impegnando sempre di più in azioni che favoriscono la sostenibilità ambientale, la trasparenza e tracciabilità delle materie prime, impiegando, ad esempio, tecnologie che monitorano lo spreco alimentare in cucina o riutilizzando gli scarti alimentari.

Con «Farm to Fork» l’Europa procede con una nuova strategia verso l’agro-alimentare sostenibile

La Commissione UE lo scorso maggio ha presentato la nuova strategia «Farm to Fork» per biodiversità e cibo sostenibile al fine di riformare l’intero sistema agroalimentare con l’intesa di considerare modelli di produzione e consumo alimentare più innovativi e più sicuri per la società.

Le principali cause della perdita di biodiversità sono state rinvenute nell’uso incondizionato della superficie terrestre e del mare, nello sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, nell’inquinamento. La strategia comunitaria mira, pertanto, a stabilire obiettivi che possano ripristinare gli ecosistemi migliorando la salute degli habitat e delle specie protette dell’UE, riducendo l’inquinamento anche con un maggiore inserimento del verde nelle città, rafforzando l’agricoltura biologica e rendendo più sane le foreste.

Il beneficio apportato al clima e all’ambiente si rifletterà sull’economia delle comunità locali, creando posti di lavoro e crescita sostenibili. Saranno sbloccati finanziamenti per 20 miliardi di euro all’anno destinati alla biodiversità provenienti da varie fonti, tra cui fondi dell’UE e finanziamenti nazionali e privati.

La strategia prevede una riduzione del 50% dell’uso di pesticidi e dei rischi correlati, di almeno il 20% dell’uso di fertilizzanti entro l’anno 2030, del 50% delle vendite di antimicrobici utilizzati per gli animali d’allevamento e l’acquacoltura con l’obiettivo di destinare il 25% dei terreni agricoli all’agricoltura biologica estendendo un’ulteriore etichettatura d’origine sugli alimenti che risponda più adeguatamente alle esigenze dei consumatori circa le informazioni in materia di alimenti sani e sostenibili.

A far sperare nella realizzazione dei buoni propositi prospettati contribuisce ciò che ha affermato Frans Timmermans, vice-Presidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo: “La crisi del Coronavirus ha evidenziato la nostra vulnerabilità e quanto sia importante ripristinare l’equilibrio tra attività umana e natura. I cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità rappresentano un pericolo chiaro e attuale per l’umanità. Situate al centro del Green Deal, la strategia sulla biodiversità e la strategia «Dal produttore al consumatore» puntano su un nuovo e migliore equilibrio tra natura, sistemi alimentari e biodiversità”.

[ Cristina Marcello ]