Alessandro Ferri • Una piccola, o grande innovazione? Per il costruttore americano, il «Green Diesel» ha tutti i requisiti per diventare un aviocarburante a tutti gli effetti. Con enormi vantaggi per l’ambiente
•• È il principale costruttore di aeroplani commerciali nel mondo. È uno dei pochi nomi universali dell’industria aerospaziale. Ed è il concorrente diretto del rivale di sempre: il Consorzio europeo Airbus. Ma la Boeing, questa volta, fa parlare di sé non per un nuovo modello di velivolo, né per un primato di distanza o di carico o altro, bensì per una valutazione inerente la sostenibilità dei biocarburanti per l’aviazione. Una notizia che ha sorpreso gli addetti ai lavori, alcuni dei quali – vuoi per il gusto della battuta, vuoi per una sincera perplessità di fondo – si sono già chiesti se, un domani, anche gli aeroplani funzioneranno a nafta.
La notizia sta nel grande potenziale che, secondo Boeing, avrebbe il «Green Diesel» quale carburante sostenibile per i trasporti aerei.
Il «Green Diesel»
Il Green Diesel, chiamato anche «diesel rinnovabile», può essere utilizzato in qualsiasi motore diesel. È un prodotto chimicamente differente rispetto al carburante conosciuto come «biodiesel». Utilizzato abitualmente nell’autotrazione e nei trasporti di terra, emette almeno il 50% in meno di biossido di carbonio, rispetto ai carburanti fossili nel loro ciclo di vita.
Se il carburante è sostenibile, anche l’aviazione può diventarlo: il principio ha la stessa solida logicità delle cose semplici, e l’Azienda di Seattle ne è talmente convinta, al punto da avviare – assieme alla FAA (Federal Aviation Administration), l’Ente statunitense che sovrintende al controllo dei trasporti aerei, e ad altri operatori di riferimento – le pratiche per ottenere l’autorizzazione a volare con il «Green Diesel».
La sfida non è soltanto economica, come in apparenza potrebbe sembrare, ma cela un virtuosismo di fondo per la tutela dell’ambiente. L’impiego di questo carburante può ridurre, in modo consistente, le emissioni di CO2 dell’industria aeronautica: per arrivare tuttavia a questo risultato, è necessario avviare il volano della sperimentazione, della ricerca applicata. Serve coraggio, serve un’amministrazione evoluta, servono scelte innovative ma servono, soprattutto, i test di laboratorio.
Il responso dei test
Le analisi condotte dai ricercatori della Boeing, hanno rivelato che il Green Diesel – costituito, come si sa, da olii e grassi – ha una composizione chimica del tutto analoga a quella dell’attuale biocarburante per l’aviazione commerciale. Se pertanto tale tipo di carburante venisse approvato, potrebbe essere miscelato direttamente con il carburante tradizionale.
“L’approvazione del Green Diesel costituirebbe un importante passo in avanti nella disponibilità di carburante per l’«aviazione sostenibile» a prezzi competitivi”, ha dichiarato il dott. James Kinder, tecnico specialista della Divisione Sistemi di Propulsione di Boeing Commercial Airplanes; “Stiamo collaborando con i nostri partner industriali e con la comunità aeronautica per portare avanti questa innovativa soluzione e ridurre la dipendenza del settore dai carburanti fossili”.
La significativa capacità produttiva del Green Diesel, oggi già esistente negli Stati Uniti, in Europa e a Singapore, potrebbe soddisfare fino all’1% – circa 600 milioni di galloni – della domanda globale di carburante per l’aviazione commerciale. Il costo all’ingrosso – con gli incentivi governativi, negli Stati Uniti – si attesta a tre dollari al gallone, poco meno di 58 centesimi di euro al litro. Un costo del tutto competitivo con quello del carburante derivato da petrolio.

Presto il verdetto
Boeing, la FAA, i costruttori di motori, i produttori di Green Diesel e altri soggetti stanno redigendo un rapporto di ricerca dettagliato su questa fase di ricerca. Questo rapporto sarà presentato ai principali stakeholder durante il processo di approvazione del carburante. Tutto questo processo è il risultato del lavoro coordinato da Boeing, assieme alla comunità aeronautica, fin dal 2011: un lavoro lungo, estenuante come la più delicata procedura amministrativa, il cui obiettivo è quello di includere – nelle specifiche internazionali del carburante «avio», ovvero per velivoli – una combinazione di biocarburanti, utilizzando il «Green Diesel» fino al 50%. Perché, com’è ovvio, il biocarburante approvato per l’aviazione dovrà soddisfare – o, meglio ancora, superare – i severi requisiti di prestazione previsti per il carburante aeronautico.
“Boeing vuole stabilire nuovi percorsi per il carburante per l’aviazione sostenibile, e la nostra iniziativa sul Green Diesel rappresenta, in questo lungo percorso, un rivoluzionario passo in avanti per ridurre l’impatto ambientale del trasporto aereo”, ha dichiarato Julie Felgar, managing director per la Strategia Ambientale e l’Integrazione di Boeing Commercial Airplanes.








































