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Buisness Tech Forum, uno sguardo verso il futuro delle imprese

Due giornate di lavoro nate dalla collaborazione tra Core, società specializzata nell’attività di relazioni pubbliche e istituzionali, Sg Company e Il Sole 24 Ore. L’evento, svoltosi online causa emergenza COVID-19, ha avuto come tematica quella di creare un dialogo tra le diverse realtà della business community: Istituzioni nazionali, giornalismo economico e scientifico, accademici e aziende, per analizzare le prospettive e gli sviluppi del business con le nuove tecnologie

La collettività come chiave del tutto

“Le settimane che abbiamo vissuto durante il lockdown sono state cosi intense che nulla sarà come prima. Come si declinerà questa affermazione e che cosa cambierà nella vita di tutti noi e in quella delle aziende? Perseguire la strada giusta per fare le scelte giuste comporterà uno sforzo per cercare di vedere non soltanto gli alberi che ci circondano ma anche l’insieme della foresta” queste sono state le parole del Direttore de «Il Sole 24 Ore» Fabio Tamburini che ha sottolineato con l’ultima figura retorica come nell’immediato futuro la collaborazione fra tutte le aziende sarà la chiave per una ripresa forte e veloce dell’economia italiana evidenziando come questa sia una delle crisi più grandi dell’ultimo secolo paragonandola addirittura alla crisi del ’29.

“Come ripartire al di là dei contenuti del decreto? Senza il settore privato e le imprese è impossibile sostenere l’intera struttura pubblica, il welfare state, e tutta la sanità. Nel contempo il lockdown ha portato alla luce una serie di limiti infrastrutturali che abbiamo già al centro dei dibattiti politici senza però mai addentrarci. L’Europa ha un gap di 500 miliardi di investimenti in meno rispetto ad America e Cina non solo per la banda ultra larga ma anche per il cloud e il 5G” ha dichiarato il vice-Ministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni. La crisi ha sicuramente evidenziato l’arretratezza italiana dal punto di vista tecnologico rispetto ai colossi americani e cinesi e questo fa riflettere di quanto oggi nel nostro paese spesso si pensi di più a combatterci gli uni con gli altri invece di coalizzarci per evolverci insieme e più velocemente.

Tavola rotonda di apertura del Business Tech Forum

L’AD e Direttore Generale di Open Fiber Elisabetta Ripa, intervenendo alla tavola rotonda di apertura del Business Tech Forum ha evidenziato che “in queste settimane le reti hanno retto e supportato picchi anche del 100% per quel che concerne il traffico in download. Quello che ci ha insegnato questa situazione è l’importanza di investire in maniera preventiva per farci trovare pronti sia in ambito privato che professionale che pubblico e che l’Italia ha bisogno di accelerare le infrastrutture in fibra. L’introduzione dell’autocertificazione permetterebbe di evitare le lungaggini cui andremmo incontro per ottenere i circa 80mila permessi di cui avremmo bisogno”.

In Italia infatti il problema della connessione ad internet è abbastanza frequente e piano piano si stanno attuando dei miglioramenti per cercare di diminuire il gap con il resto del mondo tecnologicamente più sviluppato del nostro. A tal proposito Open Fiber ha infatti iniziato i lavori nel 2018 ed è riuscita a coprire circa 8 milioni di immobili ovvero un terzo del totale italiano.

Elisabetta Ripa ha aggiunto inoltre che: “Nell’ambito delle concessioni, dove operiamo come soggetto pubblico, tutto diventa estremamente lento a causa ad esempio del non ottenimento delle autorizzazioni da parte delle soprintendenze o da un ente di bonifica. Ciò ci costringe a ricominciare daccapo. Il primo modello, privato, ha dimostrato di poter accelerare mentre l’altro va incontro a più difficoltà e abbiamo bisogno del supporto di tutti gli enti che devono autorizzare la realizzazione di una infrastruttura. Il mio sogno è la semplificazione”. Servirebbe appunto un modello che riesca a semplificare la richiesta e la conseguente autorizzazione per le varie imprese ed enti che troppo spesso percorrono un iter burocratico infinito perdendo il tempo necessario per una crescita economica e finanziaria che si ripercuote poi sull’intero panorama italiano.

Il Direttore di Enel Italia Carlo Tamburi ha dichiarato in risposta all’argomento della collaborazione fra le varie imprese: “La digitalizzazione delle reti può dare una grande spinta alla ripartenza dopo questa emergenza che si è protratta molto a lungo e che ha lasciato dei segni sullo stile di vita e sull’economia del Paese. Quello che noi abbiamo fatto in questi due mesi è stato soprattutto di continuare a mantenere un servizio essenziale del sistema. Abbiamo riscontrato ovviamente un calo dei consumi da parte delle imprese e un parallelo incremento dei consumi delle famiglie. Queste parole sanno molto di una vittoria amara che ha evidenziato come la collettività, in questo caso famiglie e imprese, abbiano bisogno in tempi e quantità diverse di servizi che trascendono dai problemi esterni che si abbattono sul nostro paese e che quindi vanno protetti e mantenuti attivi poiché ormai rappresentano un frammento imprescindibile nelle nostre giornate. Provate a passare un giorno, una settimana, un mese senza elettricità e tutto risulterà più chiaro. La nostra comunità è ormai in simbiosi con questa risorsa e la sua operatività non può più essere un lusso ma un bene di primissima necessità che però necessità di uno sforzo collettivo enorme per rimanere sempre efficiente per tutti.

Il tempo avanza ma l’industria agroalimentare rimane sempre un caposaldo dell’economia

“Le prossime sfide a livello europeo sono legate alla green new deal e c’è un progetto legato a questo che parte dal campo fino alla tavola, in cui verranno messe risorse economiche rilevanti. Noi italiani dobbiamo arrivare a quelle scadenze con una visione e con una strategia su quello che deve essere il valore dell’agroalimentare nel futuro. Sarà necessario avere una agenda digitale per l’agroindustria che sempre più necessita di tecnologie”. Questo è quello che ha voluto sottolineare il Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che ha evidenziato inoltre come l’industria agroalimentare sia rimasta come 100 anni fa la pietra miliare dell’economia italiana e globale e quindi come sia obbligatorio ripartire da questa per la ripresa economica post coronavirus.

La prima giornata del Business Tech Forum si è poi conclusa con il dibattito relativo alle esigenze degli agricoltori tra i vari pilastri dell’agritech con la partecipazione di: Matteo Lasagna, vice-Presidente di Confagricoltura, Giuseppe L’Abbate, Sottosegretario alle Politiche Agricole, Paolo Menesatti, Direttore del Centro di ricerca di Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari, Marcello Donatelli, Direttore del Centro ricerca Agricoltura e Ambiente, e Filippo Renga, Direttore Osservatorio Smart AgriFood, Politecnico di Milano e Università di Brescia.

Matteo Lasagna ha evidenziato che: “L’agricoltura italiana sconta, al di là del Covid-19, una non capacità infrastrutturale di essere competitiva. Le nostre produzioni fanno fatica a valicare i confini italiani per raggiungere i mercati europei per un deficit strutturale soprattutto digitale come ad esempio nella creazione di piattaforme di commercializzazione dei nostri prodotti; nella incapacità di intercettare certificazioni ad hoc per la filiera come ad esempio la blockchain ovvero la capacità di poter dare tracciabilità ai nostri prodotti. Il Made in Italy non è una chimera ma una realtà soprattutto per la sicurezza alimentare che i nostri prodotti hanno che si deve continuare a garantire aumentando il grado tecnologico delle nostre aziende. Da questo punto di vista gli agricoltori e gli allevatori che adottano queste tecnologie si aspettano di avere una maggiore sostenibilità economica da parte del Governo”. In queste parole c’è sicuramente tanta amarezza per come i nostri prodotti, seppur riconosciuti come migliori qualitativamente parlando in tutto il mondo non hanno quella spinta economica e commerciale che meriterebbero ed è il caso di riuscire a trasformare il «Made in Italy» come uno degli strumenti per uno sviluppo delle nostre aziende nel panorama agroalimentare mondiale.  Ha aggiunto sempre il vice-Presidente di Confagricoltura che: “il coronavirus porterà ad una svolta nel settore agroalimentare, che non si è mai fermato durante la pandemia e che ha continuato a produrre con orgoglio per i cittadini italiani. Siamo convinti che il digitale sia qualcosa che unisca, non che divida nell’ambito di un rapporto btob che ci permetta di entrare in relazione con altri mercati in sicurezza, cosa che adesso non si può fare di persona a causa della pandemia. Uno dei principali problemi che porta la decentralizzazione è la burocrazia, quindi chiediamo semplificazione con la messa in campo di una strategia agricola per l’Italia che vada oltre e che sia una sorta di internet of farming: un sistema che in Italia è ancora acerbo ma che in altri paesi si sta sviluppando e che comprende tutta la filiera produttiva agricola. C’è la necessità di rendere il settore primario ancora più protagonista dell’economia italiana, troppo spesso giudicato per colpa di pochi casi e scandali che sono avvenuti negli anni. Tutti ci auguriamo che queste parole verranno poi trasformate in una solida realtà per cancellare questa brutta nomina che il nostro paese ha sempre avuto la sfortuna di portare perché troppo debole e comprensivo nei confronti di chi invece sui nostri errori ha fatto le proprie fortune.

Tavola rotonda fra i pilastri dell’agritech

È intervenuto poi il Sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate che ha detto: “Il Governo sta lavorando nell’ambito della sostenibilità: è il tema su cui si basa anche la politica UE, dove abbiamo ribadito che la sostenibilità deve essere non solo ambientale ma anche economica e sociale, quindi abbiamo chiesto all’Europa di non apportare tagli in questo settore. Il Governo ha stanziato in legge di Bilancio due forme di sostegno alle aziende agricole come l’introduzione del credito di imposta per gli investimenti nell’ambito dell’innovazione tecnologica e la concessione di contributi a fondo perduto per iniziative atte a migliorare precisione e tracciabilità e, infine, è stato stanziato un fondo di 5 milioni di euro per favorire gli impianti strumentali nuovi. Per quanto riguarda la banda larga, la cui competenza è del ministero dello Sviluppo Economico, sono stati stanziati 1,5 miliardi di voucher per facilitare l’accesso alla band ultra larga. Di questi potranno usufruirne più di 2 milioni e 200mila cittadini italiani e più di 430mila imprese che beneficeranno di un contributo di 500 euro per la connettività ad almeno 300 mb e di 2.000 euro per la connettività fino a 1GB. Ci aspettiamo che il ruolo delle imprese agricole diventi più attivo al fine di migliorare la comunicazione sui dati della filiera e sostenibilità di ogni singolo prodotto”. L’augurio è quello di veder attuate al meglio le risorse messe a disposizione per una ripresa rapida e veloce di quella che ormai da tutti viene definita ciclopicamente la più grossa piaga della storia recente dell’umanità.

Modello con cui Agrifood intende ripartire – «SmartAgrifood» – dopo l’emergenza COVID-19

Healthcare: la tecnologia al servizio della salute

La seconda giornata invece ha avuto come tema principale l’innovazione nel sistema di reti sanitarie, messe sotto stress dalla Pandemia, che ne ha messo in luce carenze e sbilanciamenti da tempo denunciati. Questa sui è aperta con una prima tavola rotonda dedicata al valore della connessione nel sistema dell’healthcare: a confrontarsi su questo tema sono stati Gaia Panina, Chief Scientific Officer di Novartis Farma, Filomena Maggino, Presidente della Cabina di regia «Benessere Italia» e Consigliera del Presidente del Consiglio, Marco Montorsi, Rettore di Humanitas University, già Presidente S.I.C (Società Italiana di Chirurgia), e Mariano Corso, Professore Ordinario di Leadership e Innovation e Responsabile Scientifico Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano.

Solo attraverso una profonda trasformazione, che faccia leva sulle potenzialità dell’intelligenza umana e artificiale, è possibile costruire e mantenere vive le infinite connessioni che permettono di affrontare con prospettive di successo tanto i bisogni dei pazienti quanto le necessità di sistema della sanità e ricostruire fiducia nel futuro, nella scienza e nell’innovazione. È la strada che stiamo percorrendo in Novartis, in modo ancora più convinto dopo l’esperienza del COVID-19, impegnandoci a coinvolgere in questo percorso tutti i nostri interlocutori”. Queste sono le parole di Gaia Panina che rafforza il concetto di come ormai la tecnologia sia indispensabile in ogni campo e come il progresso sia strettamente legato ad essa rendendola parte integrante di un mondo che avanza a balzi enormi ma che a volte compie il passo più lungo della gamba cozzando contro il muro che la natura erige.

Tavola rotonda sull’healtcare

I lavori del Business Tech Forum si sono conclusi con un confronto sulla capacità di dati, piattaforme, applicazioni di rafforzare la resilienza e la business continuity delle imprese attraverso un dibattito che ha visto protagonisti Pietro Giovannelli (BI and Big Data Associate Director di Amplifon), Michele Porcu (Cloud Strategy Director per il Sud Europa di Oracle), Domenico Alessio (Sales Development Director, ERP and EPM Solutions di Oracle) ed Andrea Langfelder (HCM Strategy Leader di Oracle).

Tavola rotonda sul rafforzamento della business continuity

[ Domenico Serafini ]