
Un impegno globale
Poiché nessuna Nazione può affrontare questa sfida da sola, gli Stati Uniti si sono impegnati per primi e sono alla ricerca di alleati e partners per individuare le soluzioni. Nell’aprile 2009, qui negli Stati Uniti, è stata convocata la prima delle sei riunioni del Forum dei Paesi del G8 sul tema dell’energia e i mutamenti climatici. Nel corso del mio viaggio a Trinidad ho proposto un partenariato trans-americano per l’Energia ed il Clima. Ho lavorato con la Banca mondiale per promuovere progetti sulle energie rinnovabili e incentivare tecnologie idonee nei Paesi in Via di Sviluppo. I mutamenti climatici sono stati posti in cima alla nostra agenda diplomatica anche quando si tratta di rapportarsi con Paesi così diversi dal nostro come la Cina, il Brasile, l’India o il Messico, e quelli del Continente africano sino all’Europa.
Nel loro complesso, le misure che si intendono attuare rappresentano un impegno epocale che prendo a nome del popolo americano e del Governo. Sono consapevole della gravità della minaccia del clima. Ma siamo tutti determinati ad agire. E l’impegno profuso sarà preso come responsabilità nei confronti delle generazioni future. Ma anche se molte Nazioni hanno oggi intrapreso politiche importanti per le energie rinnovabili non desidero celebrare i progressi sino ad ora conseguiti ma sottolineare che c’è ancora molto da fare per progredire su questa strada.
Occorre evitare illusioni ed essere consapevoli che la parte più difficile del nostro lavoro è proprio di fronte a noi. Opereremo grandi cambiamenti, ma necessari, sebbene siamo in un periodo di recessione globale, dove le priorità più immediate e gli sforzi dei singoli Stati sono volti a rilanciare l’economia e garantire l’occupazione ai tanti, troppi, disoccupati. Il surriscaldamento del Pianeta ha innescato un meccanismo pericoloso di sciogliemento dei ghiacciai, una minaccia globale mati ad agire per individuare le soluzioni migliori, affrontando dubbi e difficoltà ma convinti della necessità di raggiungere soluzioni durature per contrastare «la sfida del clima».
Voglio ribadire che le difficoltà e la crisi non giustificano l’inazione e che la ricerca della soluzione ideale non deve trasformarsi in un nemico del progresso. Tutti noi dobbiamo, assieme, fare in ogni occasione quanto è nelle nostre possibilità, spingendo per la crescita dell’economia ma senza mettere in pericolo il Pianeta.
Non possiamo permettere che le antiche divisioni che hanno caratterizzato il dibattito sul clima per così tanti anni possano bloccare i piani e le azioni. Certamente le nazioni sviluppate hanno avuto un ruolo importante per quanto riguarda i mutamenti climatici ed hanno quindi una maggiore responsabilità per individuare le soluzioni di contrasto. Noi continueremo a farlo e ad investire nelle energie rinnovabili, a promuovere una maggiore efficienza energetica e ridurre le emissioni al fine di raggiungere gli obiettivi intermedi fissati per il 2020 e gli obiettivi a lungo termine per il 2050.







































